Riflettendo sull’omosessualità
Da alcuni negata, da altri aberrata, da alcuni repressa, da altri condannata, l’omosessualità a volte viene ancora considerata una colpa, addirittura una malattia. Colpa perché ammettere che si è omosessuali implica rinnegare un’ideale di virilità che per un uomo è fondamentale riconoscersi, implica dunque mettere l’uomo virile di fronte ad una sua grande paura. Malattia invece perché è necessario trovare una giustificazione ad un orientamento sessuale che non può essere accettato, nemmeno come sbaglio volontario. Si cerca di esorcizzare l’omosessualità schernendola, banalizzandola, la si disarma per impedire che possa costituire una minaccia. Prendersi gioco di chi è riuscito a cogliere una realtà che spaventa, è un modo per allontanare questa realtà, per declassarla, ma comporta anche una fuga dalla presa di coscienza di se stessi, dal comprendere il perché di timori, di atteggiamenti, di condanne, una fuga che rivela una profonda fragilità.
una riflessione semplice ma intensa.
L’articolo è davvero semplice, forse troppo. Di intenso proprio niente. Affrontare temi così complessi è difficile e non è come parlare con la compagna di banco o l’amica. E poi Teodora, perché insistere sull’omosessualità maschile e omettere quella femminile? Non semplificare parlando di “fragilità” come possibile, o sola, motivazione al nascondimento o alla mancata presa di coscienza dell’omosessualità o del lesbismo. Ci sono uomini liberi e donne libere fragili ed etrosessuali e vi sono omosessuali (uomini o donne) non fragili o non così fragili da impedirsi scelte coraggiose e consapevoli.
Cara Anna,
mi permetto, dato che sono stata io per prima a commentare l’articolo, di rispondere al tuo commento.
Il pezzo di questa giovanissima collaboratrice è una riflessione personale che lei ha voluto condividere con noi.
E’ stato pubblicato perchè è uno spunto di discussione forse semplice ma personale e libero.
ln Liberissime cerchiamo di lasciare spazio proprio a questo, senza volere insegnare niente a nessuno e parlando di ogni tema a partire da quello che sentiamo, vediamo e proviamo.
Il tuo commento è proprio un punto di partenza di una discussione che Teodora, con le sue argomentazioni, ci ha dato modo di iniziare.Io lo trovo in ogni caso positivo.
Sono d’accordo sulla questione dell’ omosessualità femminile che è un tema mai abbastanza approfondito.
Cara Anna,
Il fatto che non abbia voluto parlare del lesbimo non penso sia da rimproverare,perchè l’argomento su cui scrivere credo di poterlo scegliere liberamente. Inoltre la fragilità di cui parlo si riferisce a chi si prende gioco dell’omosessualità,ma non per questo sto dicendo che sia propria soltanto degli eterosessuali,né la volevo presentare come unica motivazione che spinge le persone a condannare l’omosessualità. Ti ricordo ancora che il mio pezzo voleva soltanto esprimere il mio punto di vista
Non ho certamente rimproverato teodora o altre sulla bontà dell’articolo. E’ una scelta di chi scrive, ma questo è un sito (non è un tema in classe) e mi aspetterei su temi importanti, delicati e complessi, un approccio meno semplicistico e non parziale come questo articolo che è purtroppo involontariamente omissivo di questioni profonde che interessano uomini e donne. E’ troppo importante il tema per liquidarlo in poche righe piene di luoghi comuni. Per quanto riguarda la riflessione che può suscitare è un altro fatto. La riflessione mia personale sull’articolo mi ha spinto alla sola riflessione di consigliare, alla pottino, di approfondire i temi di cui vuole parlare prima di parlarne. Era un consiglio che mi viene spontaneo dare a chi scrive su un sito, soprattutto se è così giovane come sembra. Nessun rimprovero ma solo, se volete suscitare un dibattito serio, e non solo difendere tout-court ciò che si è scritto, un consiglio che avrei potuto anche non dare. Auguri ragazze.
Nessun rimprovero alla giovane Teodora ma sono d’accordo con Anna A. sul fatto che l’argomento è tale da non poter essere trattato con superficialità e in quattro righe. Bisognerebbe cominciare proprio dall’inizio: chiunque dica ancora oggi che l’omosessualità è una malattia non andrebbe neppure preso in considerazione poichè l’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito a chiare lettere che non lo è. Punto. Si può discutere su tutto il resto ma non su questo. E una trattazione più documentata e approfondita dovrebbe coinvolgere anche il lesbismo. Dare uno spunto per una discussione va bene, ma che sia uno spunto adeguato. Quindi, senza voler polemizzare, ma consiglierei alla giovane Teodora di documentarsi adeguatamente prima di scrivere su certi argomenti perchè in un mondo come il nostro fatto di uomini “guardacomecelhoduro” e donne-veline simbolo di femminilità usa e getta bisogna sapere di cosa si parla per ribattere punto su punto.
D’accordo con Anna A. e Anna Trapani. E’ un argomento serio che non consente un avvicinamento alla discussione con gli elementi che la pottino dà e che rischiano di indurre chi legge a riflessioni fuorvianti, anche un po’ “stupidotte” e scontate
Salve.
Spero che sia permesso un commento anche dalla parte maschile.
Sarebbe buona cosa comprendere i motivi che stanno alla base dell’attrazione fisica per lo stesso sesso.
La Legge di Attrazione è una delle più importanti Leggi della Natura che ci aiuta a proseguire nel nostro cammino evolutivo, e senza questa Legge certamente la vita sul nostro pianeta si estinguerebbe, così come probabilmente si estinguerebbe se tutti gli esseri umani fossero esclusivamente omosessuali.
Se è vero che l’attrazione omosessuale è avversa alla legge evoluzionistica della Natura, sarebbe anche giusto valutare e comprendere le possibili ragioni per cui una persona nasce con attrazione verso persone dello stesso sesso;
Scienziati e psicologi di tutto il mondo hanno studiato e cercato di scoprire le cause biologiche dell’omosessualità, ma senza successo.
Il motivo di tale insuccesso è perché le cause non vanno cercate sul Piano fisico e nel corpo fisico, che è solo lo strumento concreto della psiche, la quale ugualmente è lo strumento astratto della parte spirituale e immortale di ogni essere umano, nella quale sono memorizzate tutte le esperienze che l’ego umano ha vissuto nelle centinaia di vite precedenti.
La Legge di Causa ed Effetto è conosciuta anche come Legge del Karma ed è sempre esistita.
Se un’anima ha vissuto molte vite con un corpo dello stesso sesso, la sua psiche sarà fortemente polarizzata sul suo sesso e sarà biologicamente e naturalmente attratta da persone dell’altro sesso.
Ma se in una vita successiva egli nasce con un corpo del sesso opposto al precedente, non ci si dovrebbe meravigliare se egli sarà attratta sempre da persone dello stesso sesso.