il passaggio del sud

4 novembre 2010 di: Simona Mafai

Mentre si preparano (qualcuno prepara) le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, riesplode con virulenza il problema Sud. Forse è una (anche tardiva) risposta all’arroganza della Lega, che alimenta il suo radicamento e la crescente influenza con costanti attacchi alle regioni meridionali (mettendo insieme ceti governanti e popolo). Se Marchionne ha affermato che «senza l’Italia la Fiat andrebbe meglio», più volte gli esponenti della Lega hanno detto che «senza le regioni del Sud, l’Italia volerebbe alto». Forse per insipienza, forse per rabbia Lombardo, presidente della Regione Sicilia (il cui governo è sostenuto anche dal Pd), ha dichiarato che la Sicilia, sganciata dall’Italia, potrebbe finalmente vivere bene.

La raccolta delle più recenti dichiarazioni di politici, giornalisti ed anche intellettuali sul tema, sia al Nord che al Sud, farebbe rabbrividire; e forse qualcuno dovrebbe farla. Poveri mille volontari imbarcatisi a Quarto per liberare la Sicilia dalla monarchia non costituzionale dei Borbone (almeno questo essi volevano)! Tra loro anche ragazzi di 18-20 anni (si vedano le fotografie sfocate nel salone d’entrata della Società di Storia Patria di Palermo), ora accusati (è stato detto anche questo) di essere stati la lunga mano dei colonialisti piemontesi! Parole al vento, forse; ma che riaprono antiche ferite col tempo rimarginate, e che incidono sulla coscienza dei giovani e meno giovani, con effetti di scardinamento del già modesto spirito nazionale italiano.

Sarebbe bene che su tali questioni, a parte l’indignazione e le strumentalizzazioni a fini probabilmente elettorali (il partito “Io Sud”, di Adriana Poli Bertone; il recentissimo “Forza Sud”, del “nostro” Micciché, che comunque si dichiara fedele a Berlusconi; il sorprendente “Verso Nord”, dell’universalmente stimato Massimo Cacciari) se ne discutesse veramente e a fondo.

Se lo Stato centrale italiano (ed il suo ceto governante) ha prodotto ingiustizie sociali e territoriali e scandali orripilanti; se le regioni del Sud si sono abbandonate al rivendicazionismo ed allo sperpero (clientelare) di fondi nazionali ed europei; se – malgrado esempi luminosissimi di uomini e donne del Sud, difensori della legalità e massacrati dalle mafie – queste ultime si sono moltiplicate ed estese su tutto il territorio nazionale; se non si è riusciti a far vivere un meccanismo politico che consentisse un ricambio periodico del personale di governo; se tutto ciò (ed altro ancora) è vero, si può ben comprendere che a un certo punto ogni pezzo d’Italia, forte della sua intima vitalità, voglia andarsene per conto suo.

Ma è una deriva illusoria e pericolosa, che va fermata; assumendo con forza, senza paraocchi ideologici e di schieramento, la voce degli interessi legittimi dei vari territori, ma convinti che solo in una visione unitaria – non nella frantumazione e nell’isolamento – questi problemi si possono risolvere. Ed imponendo un governo nazionale nuovo, capace di una visione unitaria del paese ed in grado di fare una politica energica ed onesta nell’interesse generale.

Credo che questo sia un compito primario delle forze politiche di progresso, quali che siano le varie sigle. Consapevoli che non siamo più nel ‘900, tanto meno nell’800. Dobbiamo confrontarci, misurarci e vivere nell’Europa e con l’Europa, nel mondo e con il mondo.

L’Italia deve fare la sua parte. E il Sud d’Italia potrebbe, e dovrebbe, diventare da vittima protagonista.

4 commenti su questo articolo:

  1. teresa.d scrive:

    Questo spazio sul web è il simbolo dei siciliani, tutti pronti a valutare, leggere e rileggere le parole della poeta del gruppo, ma attenzione agli altri pezzi che sono stimolanti aprono gli occhi , anzi non consentono di chiuderli, ne viene data poco, anche se sono ottimi come questo della Mafai. Evadere in una sequela di parole ben posizionate e ricche di ritmo, lontane dal agire e dal potere fare qualcosa è facile!

  2. Gentile Teresa, desidero rassicurarla sul fatto che la poesia e i poeti non hanno mai tolto niente a nessuno né hanno mai offuscato i problemi sociali e politici. Il suo “richiamo”, del quale mi sfugge il senso, sembra strumentale e provoca la battuta. Su questo sito al quale periodicamente mi collego, come tanti altri siciliani, leggo tutto con interesse e il fatto che apprezzi, come lei, gli articoli della Sig.ra Mafai, non esclude che possa apprezzare allo stesso modo altri articoli. Che lei abbia voluto ricordarcelo è inopportuno oltre che offensivo per i siciliani che, se fosse vero quanto scrive, saremmo stupidi, “pronti a valutare, leggere e rileggere le parole della poeta del gruppo” e non daremmo invece attenzione ad articoli come quello, autorevolissimo, che ci segnala. Come fa ad affermarlo con tanta sicumera? Sulla base del numero dei commenti? Sarebbe banale! Si è chiesta se i siciliani, da lei chiamati in causa, magari, non commentino gli articoli di politica perché espressione di quanto tutti, in questo momento, pensiamo e diremmo? Siamo indignati e impotenti davanti all’imbarbarimento imperante, ma lei, oggi, con le sue parole, non ha reso un buon servizio alla politica, alla cultura, alla poesia, ma (fatto grave!) ha tentato di mettere in “competizione” persone che scrivono sullo stesso sito occupandosi (entrambe benissimo) di temi diversi e di scrivere articoli che non hanno aspetti comparabili. Ringrazio le Donne di Mezzocielo per il lavoro che fanno e mi scuso per questa incursione fatta da siciliano che legge politica con la stessa passione con cui legge e, in questo caso, difende la poesia senza che la sig.ra Teresa se ne abbia a dolere.

  3. Cara Teresa sono contenta che tu sia un’assidua lettrice, tanto assidua da valutare le preferenze dei nostri lettori e conoscere cosa tocca il loro animo, continua a leggerci ma accetta un consiglio da me che, spesso, mi occupo del sito come del cartaceo: è impossibile spezzare l’armonia creando, dice bene Alessandro Barbera, una competizione fra noi o un’immaginaria invidia per i commenti. Da circa venti anni siamo un gruppo di donne unite e non competitive, viviamo in Sicilia ed amiamo la politica,siamo presenti in tutte le lotte femministe, ma siamo anche felici che nel gruppo vi sia una poeta che merita sempre l’applauso , i tuoi commenti contro i siciliani in genere non mi sembrano giusti, ma in ogni caso noi non li riconosciamo rispondenti alla nostra realtà che è fatta di impegno

  4. rosi interguglielmi scrive:

    Sono pienamente d’accordo con Lei Sig.ra Mafai. In questi giorni mi è stato regalato il libro di Pino Aprile “Terroni” e non le nascondo che mi ha profondamente turbato, e tuttavia mi sono sempre più convinta che mai come in questa stagione dobbiamo essere uniti in un’Italia che fa “Figghi e figghiastri” Ma proprio per questo il nostro compito è quello di lottare per una possibile parità di trattamento da parte dello Stato, per Noi ma sopratutto per i nostri nipoti. (I nostri figli ormai se ne sono andati quasi tutti in Europa , alcuni in Cina.)
    Rosi Interguglielmi

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