L’onda
La settimana scorsa è stato approvato alla camera il DDL Gelmini.Ed è stato il giorno in cui migliaia tra studenti di scuola, di università e ricercatori universitari si sono riversati nelle strade in manifestazioni che hanno invaso tante città d’Italia, una tra tutte la mia, Palermo.Non si è trattato solo di manifestazioni tra virgolette normali, sono stati veri e propri blocchi delle città. Anche se il termine può sembrare avere un’accezione negativa, dal mio punto di vista si è trattato di una folla che protestava intonando pacificamente e gioiosamente slogan contro il decreto e che, per fare sentire la sua voce forte, passeggiava per la città bloccando le persone in macchina che incontrava per poi arrivare a bloccare i binari della stazione.
Si è trattato di un modo per parlare a quelle persone che si disinteressano della politica, si disinteressano al problema universitario e un modo per fare vedere ai politici che avrebbero votato il decreto quante persone vi si opponevano.Per come stanno i fatti sembrerebbe che le manifestazioni di quel giorno non siano servite a molto dato che, come sappiamo, il decreto è passato alla Camera.Eppure per me non è così. Quello che io ho visto negli occhi dei ragazzi che protestavano, la loro ostinazione nel continuare ad occupare il mio dipartimento, la loro maturità nell’organizzare discussioni politiche per approfondire il decreto e nel portare queste forme di protesta nel modo più civile possibile, tutte queste cose mi hanno fatto convincere che la manifestazione di Martedì scorso sia stata solo l’onda partita da lontano che diventa sempre più alta, sempre più imponente e (almeno io spero) sempre più distruttiva per il governo odierno e per tutte le contraddizioni che ci propone.