il mare nostrum è la salvezza

18 agosto 2011 di: Rita Annaloro

A noi italiani quello che ci salva è il mare, che sia l’Adriatico, il Tirreno, lo Ionio, o il Mediterraneo poco importa: d’estate si va a mare, qualunque cosa succeda, qualsiasi crisi incomba sulle nostre borse presenti o future.

Non si spiega altrimenti la tranquillità quasi sorridente dei dipendenti dell’Amat e degli utenti del trasporto pubblico di Palermo, come di altre città italiane dove i tagli ai costi di gestione causeranno inevitabilmente un peggioramento delle condizioni di vita a partire dal prossimo autunno. In posti dove il mare anche d’estate non riesce a concedere un effimero risarcimento delle amarezze invernali (come in Inghilterra o in Siria) una politica reazionaria che colpisce le fasce più deboli è contrassegnata da rivolte e repressioni sanguinose.

Da noi invece si va tutti a mare: lavoratori, sindacalisti e imprenditori, o tutt’al più si partecipa a qualche riunione d’emergenza nel caso dei parlamentari come Gasparri, con l’occhio rivolto all’orologio che, quello sì inesorabile, fa sapere quanto tempo ci resta prima del prossimo appuntamento importante, forse nella nostra località di villeggiatura.

Se poi la nostra serenità dovesse essere turbata dalla maschera dolorosa di qualche anziana che vive nei pressi dei sette ponti che stanno per crollare fra Caltagirone e Gela, o da qualche altra minaccia ambientale, basterebbero le quotidiane immagini di Mirre, Cassandre, Troiane e Aide ad assicurarci che è tutta scena: è estate e la gente a mare deve divertirsi, non c’è santo.

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