arte sotto una virgola di luna al Garraffello

10 ottobre 2011 di: Francesca Traìna

Settembre se ne va tra sentimenti belli e profondi, inganni e delusioni che a volte prendono alle spalle in modo prevedibile, a volte sorprendono senza possibilità di schivarne i fendenti. Si può anche morire ma a nessuno interessa, tanto meno a chi ha impugnato l’arma.

Le storie soggettive s’intrecciano sempre con quelle collettive, con la realtà e la stretta delle contingenze. Così, per analogia, penso alla Vucciria, a piazza Garraffello colpita al cuore e rimasta a terra sanguinante senza cure, senza soccorso. Pare che la viltà alligni in questo nostro sud dove non c’è nebbia ma dove, al contrario, il sole illumina le cose e le anima di speranza per chi ha ancora forza di sperare. E quanti/e sperano sono andati il 30 di settembre ad un appuntamento con il cielo calato sulla piazza fatiscente e unta ma illuminata, per una notte, di una luce generata dalla forza creatrice dell’arte, dalla comunione di più arti che hanno dialogato tra di loro come solo i compagni di strada sanno fare: poesia, musica, fotografia, hanno scritto una pagina indimenticabile nella nostra storia personale e nella storia di questa città.

La croce rossa di Uwe è sempre lì; aduna e invita alla preghiera collettiva. Una preghiera laicamente consapevole di un oltre che stasera è dove l’arte sta a dimora per un tempo breve, un tempo d’amore esclusivo e devoto che non abbandona e ritorna sempre come ritorna settembre. Chi ha coraggio dispieghi parole e gesti eterni in questa piazza straziata dal degrado ma esaltata dalla tenacia di un’antica resistenza che non cede ai crolli ma innalza cattedrali di versi e note per scuotere la fissità e la stagnazione, la palude dove sguazzano ladri di bellezza, vili che hanno infangato la polis. Tradita da chi diceva di amarla, Palermo vive nelle folate di un’arte che è anche esperienza di verità e giustizia laddove esse sono venute a mancare.

C’è una virgola di luna a strapiombo sulla piazza traboccante di gente. Chissà se l’umanità inquieta ed errante ha ammirato quella curvilinea lucente. Io l’ho guardata, ne ho visto il centro ed i contorni sfumati di un colore rosa. C’è un respiro d’estate impigliato sulla punta estrema della notte che cede il calore dell’ultimo raggio. E c’è un ascolto attento, partecipe, come di cuori che battono all’unisono e seguono un solo ritmo, quello che Sollima imprime al suo violoncello. Si vola.

I poeti risuonano come se l’archetto sfiorasse anche loro. La voce recitante si fa strumento che conduce all’armonia propiziata dal suono del violoncello; un suono capace di strapparti a ciò che sei per condurti in alto perché la poesia non sia meno di quel suono. E non lo è infatti, perché poesia e musica si fondono, si connettono con le grandi leggi dell’universo; muovono le sistole e le diastole del firmamento, creano cosmogonie, sposalizi tra sillabe, tra suono, respiro e segni che come folgori volteggiano nel teatro di pietra. Così le sonorità s’incontrano nell’aria, convergono al centro della piazza restituendola all’antica bellezza. È un sogno possibile perché solo la poesia è capace di creare non immagini della vita ma la vita stessa. Sollima a quel sogno si concede con generosità e passione tali da rendere impossibile la distinzione tra l’uomo e lo strumento -uniti l’uno all’altro- come fossero un solo corpo e una sola anima. Continua lo stupore con un canto napoletano dell’800 che il poeta Elio Pecora intona accompagnato da Sollima. Il violoncello tende le corde a quella voce incredibilmente bella e vibrata.

I poeti e le poete si alternano nella lettura dei versi; il loro canto ascende la notte, sfida le stelle e le coscienze. Poi il video di Letizia Battaglia e le splendide fotografie che restituiscono agli occhi e alla mente l’immagine e la memoria mai cancellata di Pasolini ritratto al circolo Turati. In questa grande notte c’è stata l’emozione di una città che per voce degli artisti ha interrotto un disagio perdurante che non trova più parole per dirsi.

17 commenti su questo articolo:

  1. Claudia scrive:

    Io c’ero e questa descrizione mi riporta alle emozioni di quel 30 settembre. Tutto bello e tutti molto bravi.

  2. patrizia stagnitta scrive:

    l’invito a una preghiera collettiva…
    francesca…sono commossa. di piu’.
    grazie con un abbraccio stretto da tutti noi che ci crediamo.

  3. nicola romano scrive:

    La grande poesia di Francesca Traina viene fuori pure nella descrizione di quella magica serata che abbiamo vissuto e condiviso tutti quanti con immensa energia. Anch’io, nel pronunciare il finale di una mia poesia (,,,ma proprio adesso / che la luna appalesa / nell’alto della notte / gobba a levante) ho guardato intensamente la luna che in quel momento abitava di fronte e che, accarezzandomi, mi ha pure baciato…

  4. Fiorella scrive:

    Nel leggere questo articolo provo le stesse emozioni che ho provato a piazza garraffello. Il livello e la qualità sono stati notevoli. Si dovrebbero organizzare più reading in questa città abbandonata dalla politica. Ma la poesia è stata meravigliosa e anche la musica. Speriamo che non finisca qui.

  5. flavia schiavo scrive:

    Leggere è, a volte, come rivivere ancora. E’ emozionante ascoltare la “voce” di una poetessa che racconta quanto ha vissuto, dicendo, ricordandoci nel contempo, con intensità lirica, quanto abbiamo vissuto, tutti noi, al Garraffello. Una assemblea di donne e uomini compenetrati, entro uno spazio magnifico e slabbrato, una assemblea di parole potenti recitate, musica appassionante, e coinvolgenti immagini che ci hanno mostrato uno tra i maggiori e più puri intellettuali del Novecento… che, il 30 settembre, è stato insieme a noi, in questa Palermo che ha risuonato intera. Una notte importante, per il valore culturale, per quello civico e politico: la poesia (anche la musica di Giovanni Sollima e le immagini di Letizia Battaglia lo sono) è resistenza, è bellezza , è forza che si oppone, fattiva, al disfacimento, all’incuria, alla distrazione, alla dissoluzione.

  6. massimo scrive:

    Cara Francesca, come giustamente appunta Nicola, la tua scrittura è viva ed intrinsecamente poetica, capace d’avviare in chi ti legge un profondo desiderio di riscatto, un forte proposito di partecipazione alla rinascita di questa nostra straordinaria eppure dolorosamente umiliata Palermo. Dalle tue parole ricavo tutta l’emozione ch’è stato, partecipare alla realizzazione di questa incantevole notte di fratellanza nel segno dell’Arte, per cui dal cuore ringrazio Patrizia. Confido che si apprestino nuove e splendide lune, e giorni e notti in cui trovarsi ancora in tanti, nella commossa comunione di chi è disposto a battersi, per affermare il proprio inalienabile diritto alla bellezza.

  7. gabriella scrive:

    E’ bellissimo il tuo articolo, francesca, bellissimo!.mi sono commossa. Siete stati straordinari tutti! Voglio ringraziare anche le persone che hanno organizzato un evento così importante per noi e per palermo. Continuate!

  8. Guido scrive:

    notte fantastica, emotivamente coinvolgente, appuntamenti da ripetere perché tutti voi, poeti e artisti, insieme alla società civile, siete la parte più bella di questa città vergognosamente degradata che per una sera ha provato a riscattarsi. il sindaco di questa città non conosce la gente che era alla vucciria, forse non conosce neanche la vucciria, sono convinto che non conosce l’arte, la poesia, la musica.

  9. Cara francesca, leggere e rivivere è molto bello. Non è facile raccontare come sai fare tu che metti nelle parole i sentimenti. Ci auguriamo che l’esperienza si ripeta e che possiamo ascoltare ancora la tua poesia e quella dei poeti che alla vucciria hanno letto i loro bellissimi versi regalato emozioni e speranza. Siete stati tutti magnifici! Complimenti anche ai grandi Sollima e Letizia battaglia,

  10. Donatella scrive:

    Bravi, bravissimi. Non c’è altro da aggiungere e ringraziarvi

  11. Martina Grasso scrive:

    Sono tra quelli che credono ai reading capaci di trasmettere la poesia senza dover ricorrere alla lettura dei libri. E’ un modo per avvicinare i giovani ma anche i non giovani alla poesia. Ascoltare le poesie lette dai poeti che le hanno scritte è un’esperienza formidabile di arricchimento. Il lavoro occupa tutta la giornata e non ci permette di leggere come vorremmo. Piazza garraffello era pienissima di persone che hanno seguito attentamente le letture e il resto. Deve essere possibile che a palermo come nelle grandi città, palermo lo è, si organizzino letture di poesia più spesso.
    Un appaluso ai poeti e alla poesia e un grande applauso a chi ha organizzato la serata sperando che pensino a organizzarne sempre di più. Complimenti a tutti e complimenti anche per questo bell’articolo!

  12. Pascal scrive:

    Cara Francesca,
    sono venuto a piazza delle rovine… Ho sentito la tua poesia, mi sembrava ascoltare un canto per Rigoni Stern, era molto strano. L’idea di leggere davanti a tutte queste persone è ottima, rende più vivo il testo.

  13. Mariella scrive:

    Il 30 settembre non ho avuto il piacere e la fortuna di essere a piazza Garraffello, però tu mia cara Francesca, con questo articolo mi hai portato lì, in quella magica e dolce serata, con quella “virgola di luna con i contorni di un colore rosa”….GRAZIE

  14. anne scrive:

    Mia cara, anche se in coda e in ritardo mi complimento per quello che hai scritto su garraffello e per il testo contro la guerra che hai letto quella sera. Tutti i poeti sono stati comunque eccezionali. Un abbraccio

  15. Dedico a Patrizia Stagnitta, per quello che ha fatto per tutti noi e per la sua e nostra Palermo, questi versi tratti dal Faust di Goethe:

    “Ma io non cerco la salvezza nell’indifferenza:
    il fremito è la miglior parte dell’umanità.
    Per quanto il mondo faccia pagar caro il sentimento,
    l’uomo, quand’è commosso, sente nel profondo l’immensità”.

    Grazie a Francesca, per la sua testimonianza che non può che essere condivisa, grazie al clima mite di quella sera magica, e alla sua piccola luna, grazie alla musica di Sollima e alla voce di noi poeti, noi spettatori,m tuti insieme, di un evento, nel senso proprio del termine. L’immensità dell’essere insieme è il senso della vita, e quella magica sera la vita ha riconosciuto il suo senso. E per me ha continuato in ogni giorno successivo a riconoscerlo, nel dolore e nella gioia mia e di chi passeggiava con me o di chi mi ha dato il ruolo di maestra, di chi mi ha ospitato con compassione e pazienza, nella gioia e nello stupore continuo di ogni scorcio e squarcio di Palermo, nel candore dei suoi morbidi stucchi angelici, nell’esilarante e schizofrenica vitalità delle sue vie. W Palermo! W la Vucciria! W l’arte che li sogna.

  16. Cinzia Accetta scrive:

    Che fortuna condividere questo spazio tempo … che bellezza al di la della rovina che solo l’uomo sa fare e che solo l’uomo sa far bruciare di parole e spirito come una fenice post-moderna…. sopra di monnezza ;-) Grazie a Pat e grazie a tutti voi spiriti galattici!

  17. Prima che questa pagina si chiuda, e nell’attesa di aprirne altre, desidero ringraziare gli amici poeti e quanti/e hanno contribuito con le loro parole ad aggiungere testimonianze sull’indimenticabile notte di garraffello.
    Ma se tutto questo si è realizzato a Palermo è perché c’è una forza che muove il cammino dei poeti, c’è una sensibilità nuova e una nuova volontà che, contro ogni pessimistica previsione, ha fatto sì che poeti e poete entrassero in contatto tra di loro e con questa città di dimenticati.
    Questa sensibilità, questa volontà, questa forza che sono esse stesse rivoluzionarie e dunque poetiche, hanno un nome: Patrizia Stagnitta. Solo il suo amore per la poesia, che la rende tenace oltre ogni lobby politica e partitica, poteva realizzare un sogno impossibile. Per questo sogno/realtà che ha inciso e inciderà l’ambiguo tessuto sociale, politico e culturale di questo tempo oscuro, la ringrazio e con me la ringraziano poeti e poete e quella gran parte di umanità presente alla vucciria per onorare l’arte e la bellezza.
    Grazie anche a coloro che insieme a Pat hanno contribuito alla realizzazione dell’evento.
    Non ti arrendere Pat, noi siamo con te.

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