è realtà il Progetto Itaca a Palermo
Ho scoperto da due anni il Progetto Itaca grazie ad alcuni amici che hanno avuto “l’impatto brutale”, come me. Io sono entrata in contatto con questo “impatto brutale” negli anni ‘80. Quando mia figlia è entrata nel tunnel, vivevo a Roma, facevo la vita concitata di una madre che lavora, con figli che studiano, con un divorzio di difficile gestione, dunque tutto e molto da mandare avanti da sola. Allora non sapevo a chi rivolgermi, i medici che ebbero sotto cura mia figlia mi dicevano cose diverse, davano terapie diverse, diagnosi diverse, proponevano soluzioni diverse. Io non avevo nessuna informazione in proposito, infatti ho creduto a lungo in una crisi adolescenziale un po’ tardiva, dato che tra i 13 e i 18 anni mia figlia non aveva dato segni di squilibri, di ribellione, di disagio, mai. Anzi, studiava benissimo, parlava tre lingue correntemente, ha preso una brillantissima licenza liceale con 60/60, era perfettamente integrata nella società scolastica, frequentava amici e amiche con cui studiava, con cui usciva, andava al cinema, teatro, feste, gite, viaggi, vacanze, balli. Era piena di gioia di vivere.
Ero molto impreparata ad una crisi da parte sua. Ho aspettato, ho cercato di ragionare con lei, di argomentare le sue problematiche che in quel momento credevo esistenziali, aspettando che passasse. Non solo non è passato niente ma mia figlia ha perso i contatti con la realtà e di conseguenza tutto il resto. Il mio dramma vero però, da incubo, è stato brancolare nel buio della non conoscenza, da sola, senza avere nessun riferimento né di persone né di associazioni che avessero questo minimo (enorme) comune denominatore: la schizofrenia. Mi dicevano che nei paesi anglosassoni, Inghilterra ed Usa (www.nami.org) il problema era molto sentito ed era già stato affrontato da gruppi di genitori e specialisti in materia, ma io non ero all’estero. Adesso che abbiamo fondato la “Associazione Progetto Itaca Palermo” la Sicilia fa un grande passo avanti per le persone coinvolte e per i loro familiari. Siamo un gruppo di persone volenterose, tutte generose e disponibili e quindi tutti i siciliani che hanno questo problema ne potranno usufruire, seguendo corsi, facendo volontariato, partecipando e collaborando. Tutti saranno i benvenuti.
Abbiamo già realizzato il primo corso di 12 lezioni per familiari (Famiglia a Famiglia); stiamo organizzando un corso di formazione al volontariato e nel mese di marzo avvieremo il secondo corso Famiglia a Famiglia.
www.progettoitaca.org (per info telef. al 340 0560913/370 1075346)
Ti esprimo tutta la mia soiidarietà, e mi auguro che tante e tanti accolgano la tua iniziativa per una formazione di auto-aiuto comune. Un abbraccio.
Anch’io ho avuto un impatto analogo, parlare in prima persona aiuta gli altri che nascondono la malattia come una vergogna,grazie Rosemarie!
Il coraggio di parlare, in un’ambiente che ancora nasconde la verità non solo della malattia mentale ma perfino dell’omosessualità, è la cosa migliore per una città come Palermo, un grazie a voi tutte del progetto. un grazie particolare a ROSEMARIE TASCA
Vengo a conoscenza del progetto Itaca in questa città dove mancano riferimenti adeguati e dove molta gente vive il dramma vissuto dalla sig.ra Tasca quando cercava aiuto senza riceverne. Finalmante qualche indicazione utile a chi ne ha bisogno perchè è vero che la schizofrenia viene gestita con i farmaci ma è anche vero che la malattia ha delle impennate imprevedibili e la famiglia, genitori e altri che convivono con il malato devono sapere cosa fare e come gestire il rapporto personale e le varie situazioni che si presentano di volta in volta. Ben venga il progetto Itaca che nasce per aiutare i familiari che vivono questo dramma. Fate saper quando si terrà il corso, grazie di averci informati.
grazie a tutti che avete già in così poche ore commentato il mio trentarighe, spero che questa informazione preziosa si diffonda a macchia d’olio i tutta la Sicilia….grazie anche alla redazione di Mezzocielo che mi ha permesso di scrivere su questo notiziario. Vi terrò informati man mano, ma potete chiamare e scrivere.
un abbraccio a tutti.
Rosemarie
E’ un’informazione importante. Ci voleva per Palermo, era ora. Complimenti e grazie alla signora Tasca che ha avuto tanta forza e soprattutto ha dimostrato che parlare pubblicamente di schizofrenia dicendo che di questa patologia soffre proprio la figlia, è un atto di grande civiltà e coraggio in una società che tende a nascondere i problemi legati alla salute mentale vergognandosene perché tutto all’esterno possa sembrare perfetto. E’ ammirevole e simbolicamente, per averlo scritto sul web, ha reso a noi che leggiamo e alla società un enorme servizio.
Grazie alla lealtà di Rosemarie. Grazie alla sua capacità di non nascondere i problemi, ma di renderli espliciti e quindi umani. Grazie per la sua volontà di andare alla ricerca delle soluzioni e di non subire l’indifferenza della società e delle istituzioni e la paura delle famiglie. Le associazioni sono fondamentali perché sono la coscienza e lo stimolo per il cambiamento. Sono pungolo per le istituzioni pubbliche, spesso troppo avvitate su se stesse. Grazie Rosemarie.
Conosco il Progetto Itaca e, come operatrice, ho informato i familiari di molti degli utenti del Centro di Salute mentale in cui lavoro delle iniziative proposte; tre persone hanno partecipato al primo corso di formazione “da famiglia a famiglia” e ne sono state entusiaste: come ho sperimentato personalmente, essere accolti da persone che vivono il tuo stesso problema coinvolge e sostiene in modo diverso, più diretto e profondo, rispetto a quanto possono fare i servizi; che però esistono, e collaborano anche con queste iniziative (il corso del Progetto Itaca si è svolto presso il Dipartimento di Salute Mentale, Centro Polivalente ISIL, dell’ASP di Palermo). E’ importante, fondamentale, che le famiglie che vivono, spesso drammaticamente, il problema del disagio psichico grave, superino la paura e la vergogna e riescano ad avviare un percorso di cambiamento, anche contattando le associazioni di familiari esistenti a Palermo; un progetto valido ed efficace come questo, realizzato per la prima volta a Palermo da Rosemarie, può essere veramente d’aiuto, costituire un punto di svolta per tanti che finora non hanno osato sperare.
Grazie Rossella per il tuo commento, c’eravamo sentite prima del corso, mi pare qualche mese fa e davvero questo primo corso è stato molto importante, sia per chi inizia il percorso drammatico adesso, sia per chi come me, ha iniziato 30 anni fa.
Ora ci sarà un corso per volontari che hanno voglia di porre la loro attenzione a questi problemi, sia perchè direttamente coinvolti, sia perchè desiderano dare un apporto ad un problema che è così poco attenzionato e allo stesso tempo gravissimo quanto il tumore al cervello o al seno.
Vorrei molto inviare il volantino a MEZZOCIELO, ma non credo sia possibile, comnque mando le coordinate qui in questo messaggio se qualcuno vorrà saperne di più potrà contattarmi ed io posso inviare il volantino per esteso:
CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI
rivolto a chi soffre di
DEPRESSIONE, ANSIA, ATTACCHI DI PANICO, e PSICOSI.
TELEFONO 340 0560913
la mia mail è: rosemarie@tascadalmerita.it
Poi ci sarà un nuvo corso per familiari, per coloro che non hanno potuto fare il primo, e poi si continua per sempre….
Rosemarie
Sono stupita positivamente che una persona possa dichiarare pubblicamente di avere una figlia ammalata di schizofrenia senza paura che venga etichettata. E’ sconvolgente che una mamma dica questo, ma è straordinario che abbia avuto la forza di dirlo e di mettere in campo la sua esperienza per aiutare gli altri. Signora, anche se non la conosco, l’ammiro e le auguro di vincere la sua battaglia e soprattutto di essere di esempio per tante altre mamme e papà che invece di parlare della malattia la nacondono a tutti forse per nasconderla a se stessi. La demonizzano, come solitamente si fa con le malattie mentali, e alla fine non aiutano né il figlio né se stessi. Per molti è facile dire che un familiare soffre di disturbi cardiaci o di reumatismi, ma dire che soffre di disturbi mentali è impossibile, un vero tabù. Il popolo, ma non solo il popolo, una volta associava la malattia mentale al “demonio”, forse ancora oggi per molti è così. Per questo tipo di malattia si chiamava in casa l’esorcista e le donne malate, anticamente, venivano messe al rogo. Grazie per questa lezione.
Buona sera Romilda, vorrei risponderti con affetto e dirti grazie anzitutto per il tuo messaggio. Vorrei anche dire che la mia esperienza e talmente dolorosa che non si può fare a meno di cercare di metterla a profitto di chi magari inizia lo stesso percorso e può essere aiutato più di quanto non lo sia stata io quando il mio dramma ha avuto inizio. Voglio dirti anche anche che qui non ci sono battaglie da vincere, non è una lotta contro niente e contro nessuno, la malattia è una malattia come tante, bisogna tenerla a bada con i farmaci necessari, e poi creare intorno alla persona sofferente un contesto che sia il più possibile consono alla sua personalità e alla sua affettività. Sono cose molto difficili, perchè questa è una malattia infida, che ti spunta da angoli inprevisti, nei momenti più imprevedibili, nei modi più diversi, sei sempre impreparata. Il Progetto Itaca aiuta proprio in questo senso, cioè a capire di più sulla malattia, sul modo di affrontarla, sulla possibilità di aiutare di più e meglio la persona sofferente ed i suoi familiari.
La mia non vuole essere men che mai una lezione, perchè nel mio cuore la tristezza non mi permetterebbe di dare nessuna nezione, la mia partecipazione a questa iniziativa è un’esigenza per me, una nuova porta aperta per mia figlia, un approdo su una spiaggia dove sia lei che io, insieme a tanti altri ci troviamo e ci rafforziamo.
Rosemarie
gentlle signora Tasca tengo a dirle che l’ammiro molto, la sua schiettezza, la sua forza saranno vincenti.
Cara Rosemarie ho finalmente letto il tuo articolo, che ho trovato profondamente umano e toccante.
Ti conosco da tanti anni e conosco la realtà nella quale vivi ed hai vissuto, ma oggi più che mai ti sento coinvolta e sono contenta di saperti attiva, disposta a scambiare con il resto del mondo la tua triste esperienza. Questo sarà un dono per tutti coloro che non sanno o preferiscono non sapere. Non sono le mie parole che lo dimostrano ma la solidarietà di quanti ti hanno già comunicato ammirazione ed incoraggiamento.
Ammiro la sua forza e la sua generosità.. Sicuramente tutto questo aiuterà tanti ad affrontare al meglio la malattia.. Le auguro tutto il bene possibile..