i cantieri che vogliamo
Mancano due giorni alla manifestazione che vedrà un nutrito numero di associazioni, comitati, gruppi e singoli cittadini “occupare” simbolicamente i Cantieri alla Zisa, che furono “culturali” ai tempi della primavera palermitana per via delle iniziative, molte e di prestigio, che vi si tennero. Si tratta notoriamente delle Officine dove la Ditta Ducrot fabbricava gli eleganti mobili e arredi disegnati da Ernesto Basile artefice del magnifico Liberty palermitano, e che negli anni ‘90 la Giunta Orlando – assessore alla cultura Francesco Giambrone – svegliò dal letargo per alcune stagioni di vivaci fermenti e aspettative e che poi, finite le feste, precipitarono in un abisso di sfacelo per mancanza di qualsiasi prospettiva d’utilizzo. Con l’eccezione delle importanti istituzioni culturali e formative che vi operano – dal Goethe al Gramsci al Centro Francese, dal Centro sperimentale di cinematografia all’Accademia di Belle Arti – la maggior parte dei capannoni è in rovina e rischiano di andare in malora anche quelli restaurati e mai utilizzati. Assistere – fra l’altro – al disfacimento della magnifica sala cinematografica per 500 posti, mai entrata in funzione sebbene arredata di tutto punto come altri locali pronti all’uso ma inutilizzati, è disperante per lo spreco ingiustificato di denaro pubblico e di opportunità di impiego di un patrimonio edilizio unico e stimolante per un mucchio di ragioni. Ora i Cantieri saranno ripopolati, nei giorni 6-7-8 gennaio, da gruppi di cittadini che intendono combattere la «desertificazione dello spazio pubblico, l’incapacità dell’amministrazione di leggere e interpretare una domanda sociale e pubblica della nostra comunità, l’assenza di una dimensione progettuale degli spazi destinati alla cultura, a partire dai Cantieri culturali della Zisa, luogo simbolo della cultura contemporanea della città».
E’ una iniziativa molto significativa, segna il passaggio «dalla protesta alla proposta» che già facemmo nostra in occasioni in cui prevalse, sulla tragedia che ci rendeva orfani di legalità e giustizia, la voglia di riscatto. E questa volta si fa attraverso «Un discorso pubblico sulla cultura e su Palermo accompagnato da azioni di “creatività critica” in cui saranno protagonisti persone idee, corpi, azioni, parole, suoni e visioni della nostra città».
Sono cinque i temi che si dibatteranno con varie formule nei giorni delle performance: Beni comuni e spazio pubblico – Politiche e pratiche per la cultura – Identità e differenze – Nuove precarietà – Infanzia bene comune. Troverete il programma completo sul sito <www.cantierizisa.it> e intanto, alle 19 di sabato 7, si proietta il documentario di Clarissa Cappellani – cervello palermitano in fuga – su Emma Dante. Non possiamo mancare questo appuntamento, noi di Mezzocielo ci saremo per sostenere la crescita culturale della città che, avrete letto, qualcuno propone come Capitale della Cultura nel 2019. Con quali presupposti, se non sappiamo utilizzare la Bellezza e la Cultura di cui disponiamo?