la morte al momento giusto di don Verzè

5 gennaio 2012 di: Silvana Fernandez

Alla cerimonia funebre di don Verzè ha preso la parola Massimo Cacciari, uno dei pochi vip presenti, per pronunziare queste edificanti parole attribuite a don Bosco: «Chi ha le mani pulite non ha mai lavorato». Pensiamo che don Bosco si riferisse allo sporco di chi lavora la terra, ma non vogliamo addentrarci nella mente steineriana di Cacciari, non vogliamo neanche pensare che si riferisse a banconote e mazzette che per l’opinione corrente hanno caratterizzato la vita del prete Verzè. Certo la frase è di dubbio gusto, preferisco perciò deviare il discorso dalle mani pulite o sporche alle ali. Ali? Sì, un accessorio che di solito attribuiamo agli angeli, ma che ha fatto la fortuna di don Verzè. Le ali che gli furono offerte da un brillante imprenditore erano quelle degli aerei, che se non avessero volato lontano dal cielo di Milano due, una città satellite per ricchi, avrebbero fatto fallire l’investimento immobiliare dell’Edilnord. Il titolare dell’Edilnord era l’uomo che dopo qualche anno sarebbe diventato il nostro Silvio quotidiano e che in quest’occasione pensò che l’unico modo di mettere il silenziatore nei cieli fosse costruire un sottostante ospedale. Bastava dunque trovare chi fosse disposto a farlo.

Fu scelto per ricevere in dono una vasta area di terreni a Milano due, don Luigi Verzè. Non sappiamo se Luigi Verzè fosse uomo di buone intenzioni o d’immense ambizioni, ma avendo le due parole uguale finale è una cosa su cui, data l’importanza degli aerei nell’affare, si può anche sorvolare. Che don Luigi avesse scelto il suo mestiere di prete un po’ sbadatamente, lo dimostra il fatto che già era stato sospeso, nel 1964, a divinis dal cardinale Colombo, che non apprezzava il suo attaccamento al denaro; sospensione confermata nel 1973. Ma tutto questo non rappresentò un problema per il giovane prete, decise infatti che se non avesse potuto servire Dio avrebbe trovato altri padroni. Il cambio fu semplice, perché se don Verzè non piaceva ai cristiani era però adorato dai democristiani. La sua ascesa fu fulminea. Aiutato da chi aveva investito su Milano due e aveva capito che curare gli ammalati non era più un precetto divino, ma business tutto italiano, fu anche facilitato da enormi prestiti a tassi agevolati da parte di banche appartenenti alla chiesa, e di banche di stato. A metà costruzione, non solo il suo ospedale era già riuscito a fare dirottare gli aerei su Segrate, ma era anche stato proclamato dal democristiano Valsecchi, ministro della sanità, “Istituto di cura a carattere scientifico”.

I giochi sono fatti, ma sono imperscrutabili come le vie del Signore. Vie che don Verzè continuava a percorrere per il mondo dicendosi, sì, pellegrino di Dio, ma in Mercedes, in Ferrari e in jet personali. Ville e castelli, lottizzazioni e imbrogli si mescolano sotto gli occhi di tutti. Per anni nessuno parla, per anni nessuno si stupisce di una fede portata avanti in maniera così disinvolta. Poi lo scandalo e lo spauracchio di un fallimento che coinvolge tante persone. Molti ora si chiedono se don Verzè amasse davvero Dio onnipotente o fosse malato di onnipotenza. Dal pulpito della stampa del padrone, Vittorio Sgarbi lo indica come martire della magistratura, invita a farlo santo domani o al massimo dopodomani. Certo la sua morte è stata quanto mai opportuna, è avvenuta prima che la sua avanzata senilità lo riducesse a balbettare nomi di amici, nemici, complici o benefattori. Al funerale non c’era nessuno. A noi resta solo il silenzio mentre scorrono i titoli di testa di vari giornali e, come colonna sonora, la voce di Albano che grida tanto forte da raggiungere il prete ovunque si trovi

14 commenti su questo articolo:

  1. Micol scrive:

    In poche righe in poche battute tutto un mondo che ci ha circondato per decenni, che ha permesso ad un prete, per giunta sospeso a divinis, di vivere al contrario di quanto dicono i precetti religiosi, senza che nessuno dicesse niente, né si meravigliasse di niente, ed ora, ha ragione Silvana una morte, che fa tacere tutti spero non le coscienze.

  2. cettina.g scrive:

    E’ facile per amore della battuta mettere da parte la comprensione umana, per ragioni di salute sono stata ricoverata al san raffaele: un vero paradiso al confronto della sanità italiana, viva dunque don Verzè e chiudiamo un occhio sulle presunte magagne che anche se ci fossero state se si arriva a certe eccellenze sono giustificabili.

  3. Ciao Cettina.g potrei dire come fanno in tanti davanti ai giornalisti”grazie della domanda” ebbene grazie per la risposta per chiarire due cose: io scrivo con naturale umorismo può essere questo un qualcosa in più ma mai qualcosa che viene usato per oscurare la verità, la seconda cosa è un’atteggiamento molto italiano berlusconiano in cui la corruzione, l’imbroglio è dato come un fatto assodato se, insieme alle magagne, tu fai anche qualcosa di buono, ebbene meriti la santificazione. Conosco il San raffaele ottimo ospedale ma conosco anche uno dei più importanti ospedali,ortopedico di Francia, metà dello stato, metà dei privati,l’efficienza, le tecniche avveniristiche , il fattore umano sono eccellenti e pensa da ottanta anni senza neanche uno scandalo, in Italia è questo che dobbiamo cominciare a pretendere: efficienza e trasparenza e in nessuna occasione giustificare la corruzione

  4. Stefano scrive:

    concordo perfettamente con Silvana, l’atteggiamento di Cettina personifica esattamente il malcostume italiano, rappresenta in modo chiaro la metastasi culturale che infesta il nostro paese dei furbi, dei corrotti e corruttori, in cui la magagna è ritenuta fisiologica, un paese talmente assuefatto al marcio da non essere più in grado di individuarlo o ritenerlo comunque qualcosa da combattere.

  5. ornella papitto scrive:

    “Per grazia ricevuta”. Cara Cettina g. la comprensione umana è un argomento molto speciale, che va usato con molta, molta attenzione. Ti comprendo quando affermi che al S. Raffaele ti sei trovata in Paradiso, ma quel paradiso è stato fatto anche con i soldi dei contribuenti italiani. Quei soldi sono stati tolti all’efficienza e all’efficacia di altri ospedali pubblici! Ti comprendo anche quando vedendo la cupola del S. Raffaele, hai potuto pensare di essere in paradiso, vicino a S. Pietro, perché, sinceramente, quella cupola lì, mi ricorda l’ambizione, la grandeur di molti cattolici, ma anche l’invidia e la voglia di concorrenza!!! Ti comprendo meno quando chiedi di utilizzare tale strumento verso un personaggio che ha ampiamente dimostrato di avere poca comprensione cristiana, specialmente verso la stessa Chiesa che lo aveva richiamato ad essere più cristiano e meno ragioniere. Una volta che la Chiesa era stata coerente, Don Verzé, ha pensato bene di fare altro. Con ciò voglio esprimerti la mia posizione: non posso assolutamente usare la comprensione umana per “assolvere” Don Verzé. Con affetto.

  6. Iole scrive:

    Complimenti a Silvana per l’articolo giornalisticamente ed eticamente perfetto. Nulla da dire se non che ha fatto benissimo con la sua sottile vena ironica a scrivere e a denunciare quanto accaduto. Il commento di cettina lascia senza parole; bene fa stefano a considerarlo personificazione del malcostume italiano, la metastasi culturale di cui non ci si può liberare finché esistono persone, come cettina, che non vedono la corruzione del sistema e addirittura l’approvano in nome dell’efficienza dei servizi offerti. Da siciliana mi viene in mente il caso della struttura megagalattica “santa teresa” di Bagheria gestita da mafiosi finiti in galera che prendevano soldi dalla regione (soldi nostri) col benestare dell’allora governatore cuffaro. Anche in quel caso si disse: peccato chiudere una struttura che offre servizi eccellenti. Allora decidiamo da quale parte stare, care cettine, (perché siete tantissime) e, come già scritto da Silvana, rendetevi conto che possono esistere anche in Italia, come in Francia e nel mondo, strutture efficienti ma non necessariamente corrotte.

  7. cettina.g scrive:

    Cari tutti voi non siete persone con profondo senso etico come volete far vedere, siete delle persone illuse su un mondo che non esiste, Don Verzè era un grande uomo, si era lasciato infinocchiare dai suoi collaboratori, ma un mondo puro come volete voi non esiste,allora nel mondo dei ciechi beato chi ha un occhio.

  8. Luca scrive:

    Cettina penso che arriveresti a dire che anche Berlusconi era un grande uomo, sì è così, si è lasciato infinocchiare dai suoi collaboratori. Lui, come don verzè, era un uomo puro di spirito e di corpo. Scusaci se siamo così stupidi e ciechi da aver dovuto aspettare che fossi tu ad aprirci gli occhi.

  9. Marcella Geraci scrive:

    Mi ha molto impressionato la quantità e la mole dei servizi che i telegiornali hanno dedicato a questa dubbia figura di prete e alla sua morte. La comprensione umana è un atteggiamento che le persone dovrebbero nutrire nei confronti di chiunque, cara Cettina. In Italia invece, la comprensione umana è una forma di reverenza nei confronti del potente di turno.
    E’ vero, il San Raffaele è un bellissimo ospedale. E’ un Paradiso, come dici tu e, come scrive Ornella con la quale concordo, un Paradiso costruito anche con i soldi dei contribuenti. Occorre però buttare gli occhi anche sulle macerie della sanità italiana, sugli ospedali pubblici e sulle classi dirigenti che li hanno sacrificati alle strutture private. Solo allora si scoprirà che l’Italia è un grande inferno dove piccoli Paradisi brillano come un’oasi nel deserto. Un grande inferno, dove piccoli Paradisi diventano più grandi di ciò che efettivamente sono.

  10. Marcella Geraci scrive:

    “Effettivamente”, pardon.

  11. rossella caleca scrive:

    Sono del tutto d’accordo con Marcella, Ornella, Jole. Gran parte delle carenze e dei problemi, dell’inadeguatezza delle strutture e dell’insufficienza del personale nella Sanità pubblica sono dovuti al sistematico storno di risorse pubbliche in favore di strutture private effettuato dalla classe politica, sia a livello nazionale che regionale. E non si tratta solo di operazioni illegali, di politici collusi con mafiosi come per la Santa Teresa o di giganteschi intrecci affaristici come per il San Raffaele, ma anche di scelte di politica sanitaria pienamente legali, che tuttora avvengono nonostante molte dichiarate buone intenzioni di cambiamento. Occorre finanziare più centri d’eccellenza pubblici, che i nostri soldi, quelli che vengono dalle tasse che noi paghiamo, vengano usati per sostenere la sanità pubblica, che vengano adeguatamente controllate le strutture convenzionate, e che le strutture private vadano avanti solo con propri fondi, magari anche con donazioni di privati cittadini, come avviene in tanti paesi civili…Che ci sia trasparenza, concorrenza leale: e sull’eccellenza, poi, sì che ci sarebbero sorprese.

  12. fede aluzzo scrive:

    peccato che il malcostume di pochi debba rovinare il lavoro e la vita di molti.. penso a tutta la gente onesta che lavora al San Raffaele e che si trova all’interno di un sistema marcio.. Ma del resto, non lo siamo anche noi, cittadini italiani?..

  13. carla Mondini scrive:

    No, tu non vivi in Italia, perchè il malcostume è di tutt,i non piangono i molti per la corruzione di pochi è proprio al contrario

  14. fede scrive:

    Carla, secondo me il pesce puzza dalla testa, il popolo si è abituato ad un malcostume che ha passivamente subito, ma come dimostrano le manifestazioni in corso, la maggioranza degli italiani no ne può più e sta urlando: adesso bastaaa.. qualcosa cambierà.. se fossero tutti corrotti continuerebbero ad accettare un sistema che è fallimentare.. solo qualche mese e vedremo da chi è fatta l’italia..

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