lo zero di troppo che ha ucciso una donna

28 maggio 2012 di: Anna Trapani

Ammalarsi di cancro e morire di chemio. I fatti risalgono al 29 dicembre scorso, ma sono ben lungi dalla parola fine. La paziente del Policlinico, Valeria Lembo di 34 anni affetta dal morbo di Hogkin, morì alla fine dello scorso anno per una dose eccessiva di chemio: 90 milligrammi di vinblastina, farmaco chemioterapico, anziché 9. Adesso gli indagati per l’errore fatale sono 6 e rischiano il processo.

Come si può immaginare, c’è stato lo scarica barile su quell’overdose killer. Nessuno sembra averla prescritta, nessuno sembra aver mai aggiunto quello zero fatale. Si cercò di insabbiare tutto cancellando quello zero di troppo, ma la specializzanda Laura Di Noto con una intercettazione tira in ballo il primario Sergio Palmeri. Oltre tutto sembra che la Di Noto svolgesse mansioni per cui non era accreditata: doveva fare lavoro di laboratorio e non di assistenza. Ma le inadempienze e le carenze, come ha riscontrato la commissione mista del Ministero della Salute e dell’assessorato, sono molteplici nel reparto e perciò è stato momentaneamente chiuso fino alla messa in sicurezza delle sale adibite alla somministrazione del farmaco via endovena. Si va dalla mancata formalizzazione su chi è autorizzato alla prescrizione e somministrazione dei medicinali, al controllo insufficiente dei prodotti conservati in frigorifero; dalla preparazione dei farmaci affidata agli infermieri, spesso precari, alla preparazione degli stessi in luoghi strutturalmente inadeguati; dal coinvolgimento della farmacia praticamente inesistente, alla mancanza di un programma di formazione per il personale. L’elenco delle carenze sarebbe ancora lungo, ma già basta per comprendere l’ineludibilità di una decisione dura ma necessaria: chiudere il reparto e trasferire gli ammalati al Civico, in attesa del benestare della commissione al rientro in sede, quando le insufficienze saranno azzerate.

Intanto siamo in una situazione problematica, poiché il Civico si trova ogni giorno ad assistere i propri malati più quelli del Policlinico cercando di limitare i disagi che sono, com’è comprensibile, notevoli. Assistere 74 pazienti (i 38 del Policlinico più i 36 del Civico) non è semplice e il primo giorno la confusione è stata notevole. Ora la commissione ministeriale e regionale ha fatto i suoi sopralluoghi al Policlinico, e ha notato dei seri miglioramenti per cui pensa di poter riaprire il reparto ai primi di giugno. Sarebbe la fine di una odissea non voluta da nessuno, che pesa sulle spalle dei malati, dei loro congiunti e del personale del Civico.

1 commento su questo articolo:

  1. Paolo.R scrive:

    Anna Trapani è specializzata in denuncie sociali in loco, se le facesse tutte dovrebbe stare notte e giorno al computer.

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