una finestra sulle amministrative del 6 maggio

4 maggio 2012 di: Fortunata Pace

Non è una domenica come tante, quella del 6 maggio col suo giorno dopo. Si gioca una brutta partita e, sia detto nel dovuto rispetto delle persone, nessuna fra quelle che si candidano potrebbe permettersi di scagliare la prima pietra. Una serie di scontri, più o meno forti, di accordi non riusciti o peggio, non opportuni da palesare, di retropensieri da ogni parte e di immani fatiche di ognuno di loro per portare tra le gente un “Verbo” a conti fatti, mai davvero dissimile: “curare Palermo, guarirla, affrontando un paio di problemi cruciali”.

Forse quello che abbiamo visto, soprattutto da un paio di settimane, dalla nostra finestra di elettore, potrà, alla fine, rimescolarsi un tantino Ma qualche idea ce la siamo fatta. Non senza qualche sofferenza.

Dunque undici gli aspiranti al grave compito di “primo cittadino” della odierna Palermo. Il primo, intanto, per incoronazione da “primarie” è Fabrizio Ferrandelli: campagna elettorale immediata e fittissima, presenza mai risparmiata, intervento pronto e scritto per ogni fatto o problema del giorno, parola facile e di buona presa, laurea in lettere antiche e contatti mai trascurati con un mondo vario e soprattutto giovane, con un occhio al mondo cattolico e l’altro ai quartieri a rischio. Suoi sponsor, gli on. Cracolici e Lumia, a parte i partiti o i movimenti segnati sotto la sua foto. In quell’area vanno riconosciuti cioè quella parte del Pd che appoggia il governo Lombardo più esponenti della sinistra di buona fama, nonché grossi calibri nazionali come Vendola e Bersani. Rispetto per il risultato delle primarie? E’ una ipotesi legittima anche se qualche mese fa, gli stessi (partiti e uomini) erano palesemente per la signora Borsellino contro Ferrandelli, e con l’appoggio di Luca Orlando.

E veniamo a lui, e poi facciamo marcia indietro, a lui che ”il sindaco lo ha saputo fare molte volte e molte altre meno”, che ha fatto politica “altra” in un partito come l’Idv, dove è leader Di Pietro che spazio ne lascia pochino; insomma un Orlando, ottimo affabulatore, uomo di cultura, docente doc, capace di intrecciare e tener vive relazioni nazionali e internazionali, personaggio carismatico e ricco di una esperienza che non proibisce, anzi favorisce, alchimie e compromessi politici, non a lungo oscurabili. A pensarci bene è lui, piuttosto che altri, il più mirato antagonista di Ferrandelli. Ma i loro due bacini di voti sono perfettamente separati? Ci sono due elettorati nettamente divisi per l’uno e per l’altro, se dobbiamo giudicarli e collocarli entrambi a sinistra?

Dall’altra parte le cose non risultano più semplici, neppure per il più orientato degli elettori. Quanti assi ha in mano un altro giovane, cioè Massimo Costa, che si è fatto subito notare per una serie di toni e di battute, che ha sorpreso per immediatezza di affermazioni ed ha dimostrato vivacità e disinvoltura che hanno subito segnato il suo territorio? Suo sponsor il Pdl. Non sappiamo se per intero. E se lo stesso possiamo ritenere di Udc e Grande sud. Costa comunque è il candidato del centro destra, per dirla all’antica. Ma così anche la Caronia, per non dire di Giuseppe Mauro e di Tommaso Dragotto. Occorre anche considerare con attenzione la discesa in campo di Alessandro Aricò, politico giovane ma di maturata esperienza, che ha l’appoggio del Fli, sponsor l’on. Lo Presti e quello subito dichiarato del presidente Lombardo. Gli basteranno i voti per essere candidato di ballottaggio contro Orlando o Ferrandelli? Se non ci è venuto troppo freddo dalla finestra ad appannarci gli occhi, resteranno loro due nel finale beckettiano della partita?

Sapremo davvero quali sono le carte, quando il gioco è a due. E forse ci verrà proprio voglia di chiudere la nostra finestra. Augurandoci però che Palermo riesca ad aprire la sua finestra giusta.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement