prendere la laurea in tempo di crisi …

14 giugno 2012 di: Marcella Geraci

Se “non è obbligatorio avere la laurea”, non lo è neanche parlare a tutti costi. E “Piazza dei Mestieri”, a Torino, è stato un’ottima location per dimostrare questo assunto. Nel centro di formazione professionale, nel quale si è recata in visita, Elsa Fornero ha infatti scritto una delle pagine più brutte della sua carriera di ministro del Lavoro.

«Non è detto che tutti debbano avere una laurea, magari prendendola di malavoglia e utilizzandola anche peggio per la sua scarsa spendibilità sul mercato» ha infatti profferito la Fornero, elogiando la formazione professionale. Nella società della conoscenza, dove l’istruzione gioca un ruolo fondamentale, il ministro si preoccupa delle lauree in eccesso e non dell’istruzione in difetto. Beffa delle beffe, le parole di Elsa Fornero precedono, di pochi giorni, la diffusione dell’indagine sulla forza lavoro di Eurostat, relativa all’anno 2011. Secondo quanto emerge dal dato, l’Italia ha una percentuale di persone laureate, fra i 30 ed i 34 anni, del 20,3% ed occupa l’ultimo posto della classifica europea. Perquanto riguarda gli altri Stati dell’Unione, la Gran Bretagna è al 45,8%, la Francia al 43,4%, la Spagna al 40,6% e la Germania è al 30,7%. Ancora una volta, il Bel Paese si dimostra un vero e proprio fanalino di coda su una delle questioni più urgenti da affrontare.

Ci sarebbe molto da dire sull’istruzione in Italia, dai laureati che scarseggiano fino alla dispersione scolastica ed alle risorse sottratte alle scuole pubbliche di ogni ordine e grado. E ci sarebbe molto da dire su un governo (tecnico?) dal respiro corto e dalle vedute ristrette, che non ha il coraggio di una grande riforma, utile ad assicurare un’istruzione come si deve agli italiani di domani. Cara professoressa Fornero, se fossi ministro della Pubblica Istruzione …

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