tattooing e piercing, attenti all’età

25 luglio 2012 di: Rita Annaloro

E’ estate, il caldo imperversa e ci impone di scoprire i nostri corpi, più o meno appesantiti da inestetismi o sgradevoli adiposità. Qualcuno, per evitare gli sguardi impietosi dei vicini o degli altri bagnanti, cerca spiagge solitarie o piscine fuorimano, ma certo per i narcisi appassionati di fitness questo è il momento magico di sfoggiare bicipiti ben torniti e fantasiosi tatuaggi e così, giù su una spalla, là su una coscia possiamo ammirare bestiari degni dei ghirigori delle cattedrali romaniche.

E’ una moda all’ultimo grido, sul vero senso della parola, perché queste mutilazioni tribali, che per tanti secoli abbiamo condannato fra le popolazioni retrograde dell’Africa e dell’America latina, sono sicuramente dolorose, ma… ”chi bello vuol apparire, un po’ deve soffrire” e gli studios dove artisti del tattooing e piercing esprimono la loro crudele/perversa creatività, sono sempre più frequentati da persone di tutte le età, ansiose di esprimere il loro conformismo in modo individuale ed allora il fregio si personalizza, diventa espressione esotica, sicuramente tende ad attirare l’attenzione verso il suo fiero proprietario che, attraverso il segno, condiziona l’atteggiamento di chi guarda. I fiocchetti sulle gambe sono simpatici, certo non appetitosi quanto i fregi sul fondo schiena, ma probabilmente meno scontati e dolorosi dei floreali arabeschi sul dorso del piede o della mano, per non parlare dei segni o delle….. sulla nuca o dietro l’orecchio, come pare usi tra i giovani, pronti ad essere messi a guinzaglio da un’amante esigente.

Certo, i giovani aderiscono al loro tempo con lo stesso entusiasmo che imponeva negli anni ’70 lunghe barbe e chiome fluenti. Tuttavia, mentre i peli di vario tipo crescendo si sono diradati o sono stati rimondati/rimpiazzati da tagli sofisticati, i costosi tatuaggi hanno bisogno di altrettanti dolorosi trattamenti per venire rimossi e tra 20 anni sembrerà patetica qualche vecchietta che esibirà al cardiologo forse un cuore trafitto o un serpente che assedia un seno avvizzito, e chissà che effetto faranno su un’altra moglie o marito le iniziali di una vecchia fiamma marchiate su un braccio o in qualche altra parte più recondita del corpo. Indubbiamente la logica edonistica del nostro tempo è quella del “carpe diem” e questi “sgradevoli timori” di un futuro/probabile degrado fisico, vengono subito scacciati anche con l’aiuto di spot pubblicitari che ci mostrano piacevoli persone anziane sorridenti, felici di aver risolto tutti i loro problemi di dentiera o di perdite, ma basta andare dal medico di base a ritirare un ricetta per rendersi conto che la vecchiaia è tutta un’altra cosa. Chissà che effetto faranno i fiocchetti o le lucertole tra le vene varicose o le macchie tra una decina d’anni; magari ci saremo così abituati da non notarli più, tra le grinze della pelle.

1 commento su questo articolo:

  1. luisella bono scrive:

    Brava, divertente, ma forse fra venti anni la vecchiaia non sarà più grinzosa, la dentiera un ricordo da esibire in bacheca e il tatuaggio sul cuore solo al cardiologo svelerà l’eta, l’importante è morire sembrando giovani

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