Bertha Oliva:un premio alla memoria dei desaparecidos dell’Honduras

15 febbraio 2014 di: Stefania Savoia

“We have learned to live together, to work, to give, to embrace our pain. I maintain categorically that there is no resentment, but pain and hope…always hope.” Bertha Oliva

Nel 1981, dopo venti anni di dittatura, l’Honduras torna ad elezioni democratiche e quello che sembra l’inizio di un percorso di pace si trasforma in un terribile e infinito periodo di violazione dei diritti civili della cittadinanza. L’Honduras, un paese ricchissimo di risorse naturali, è stato saccheggiato durante gli ultimi anni e molti di coloro che si sono opposti sono stati sommariamente processati e arrestati.

Pochi mesi fa le ultime elezioni presidenziali hanno proclamato, non senza accuse di brogli, Juan Orlando Hernández, considerato da molti l’ideale successore di Profirio Lobo, presidente in carica fino all’anno precedente, che ha gestito il potere in maniera personalistica e violenta facendo ancor di più precipitare il paese in una situazione che molti denunciano da anni.

Bertha Oliva, presidente del COFADEH (Comité de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras- Comitato di familiari di detenuti scomparsi in Honduras) dal 1982 denuncia tutto questo, lottando con la sua ong e lo scorso Dicembre ha ricevuto, a Porto Alegre (Brasile) il Premio Diritti Umani al Giornalismo.

La sua lotta nasce da una storia personale, l’arresto e la scomparsa del marito nel 1982, e si trasforma in una lotta senza fine per i diritti del suo popolo.

Questo premio, che arriva dopo più di trenta anni di lotta, è un piccolo passo per il riconoscimento della terribile situazione di questo paese tra i più ricchi di risorse naturali del Sudamerica che però è tra i più poveri del mondo e che troppo ha subito.

Leggete di Olivia su http://www.cofadeh.org/html/historia/historia_ingles.htm e anche su http://www.peacelink.it/latina/a/39646.html

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement