Pensioni anticipate per genitori di disabili gravi: se trent’anni vi sembrano pochi da “Il Fatto Quotidiano” del 21.07.15

21 luglio 2015 di: Toni Nocchetti

La bocciatura dell’emendamento presentato il 15 luglio al ddl pensioni dalla senatrice Laura Bignami racconta e spiega più di tante parole la distanza abissale tra un Parlamento di ignavi e i cittadini che vivono immersi nelle fatiche quotidiane.

La incapacità da parte del governo Renzi ad affrontare un tema così serio che avrebbe bisogno di una copertura economica irrisoria se paragonata ad esempio al programma di acquisto dei fantastici aerei da guerra F-35 provoca sempre di più la sensazione che con i disabili questo governo abbia una perfetta identità con l’ultimo governo Berlusconi.

Piaccia o meno le scelte sono quelle che sostanziano e caratterizzano la politica. La scelta di ritenere insufficiente per la pensione trenta anni di contributi versati con un figlio disabile grave da accudire tutta la vita sostanzia e caratterizza questa maggioranza di governo. Il rigore germanico si deve essere incarnato alla perfezione dai 120 senatori che hanno ritenuto uno spreco “agevolare” le famiglie dei disabili gravi.

Peccato che in Germania nessuno di loro siederebbe su quello scranno a decidere cosa è giusto per una famiglia con un figlio disabile. Peccato.

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