integrare, il verbo giusto

11 settembre 2015 di: Ornella Papitto

“Integrare: aggiungere ciò che manca” (Palazzi, 1939) È la strada maestra per ogni agire umano. Sempre. “Ogni uomo porta in sé l’intera forma della condizione umana” (M. Montaigne). Montaigne ci avvisa da quattrocento anni. E noi volgiamo lo sguardo altrove, complici.

C’è poca differenza tra un uomo che emigra per la sopravvivenza fisica e la semplice sopravvivenza. Chi non fa distinzioni è un ipocrita. La differenza è la distanza dalla morte. Ed è la differenza che corre tra “urgenza” (questione di vita o di morte) ed “emergenza” (difficoltà imprevista e di grave pericolo). Nei migranti africani sono presenti entrambe.

Ma realmente siamo di fronte a una “emergenza”? Con tutti gli scienziati sociali e politologi di cui è fornito il globo, ancora la situazione è da considerare “imprevista”? Ipocrisia. Montaigne lo sapeva bene che l’essere umano “porta in sé” l’essere migrante, lo stesso che si trasforma in emigrato e poi in immigrato in paesi spesso ostili, avvolti dall’adipe dello spreco, che fa credere che la povertà sia la stessa dei paesi distrutti e affamati dalle guerre. Sappiamo perfettamente che il più povero nostrano è il più ricco di tanti poveri abbandonati anche dalla pietà umana. Ipocrisia.

Adesso gli Stati sono impreparati ad affrontare un’emergenza vecchia come la presenza dell’essere umano nel mondo. Sicuramente sono impreparati a distinguere tra “accogliere”, “ospitare”, “trattenere” o “imprigionare” giovani che aspirano alla libertà occidentale e ad una vita dignitosa e sicura. E come risponde l’Occidente, patria indegna della Filosofia? Con la prigione nei luoghi deputati ad essere transito, come Theresienstadt.

Se trattiamo disumanamente le persone, dobbiamo attenderci che le stesse rispondano disumanamente. Non abbiamo alibi. Li imprigioniamo. Li immobilizziamo in una inattività omicida. Li costringiamo in un “limbo” per anni. Anche la Chiesa ha tolto di mezzo il “Limbo”. I laici, ancora no. I migranti non vogliono essere trattenuti, imprigionati, ma desiderano arrivare altrove: nei paesi del Nord Europa, dove sanno che potranno beneficiare di garanzie che l’Italia non assicura neanche ai propri giovani emigranti.

E questa è una balordaggine italiana. Così quando i semplici odiano i migranti perché credono che venga a loro tolta qualche briciola, ecco in quel momento i semplici stanno chiedendo di essere equi a quei politici affannati solo a mantenersi in vita. Allora quali sono i verbi laici? Accogliere il migrante, sostenerlo nel momento dell’emergenza (che non può durare fino a quattro anni circa) e favorire il percorso che si era prefissato prima della partenza.

Therese May, “nipote” di feroci colonialisti, non può pensare di continuare ad agire con la stessa ferocia. Lo comprende che “chiudere” è illusorio, “respingere” è disumano e che la strada maestra è “aprire” alle energie dei popoli che bussano alle frontiere dell’Europa? L’Europa è piena di carceri e sa difendersi e chi merita di essere imprigionato, lo sia, perché di fronte ad un crimine non fa differenza che sia un indigeno, un migrante o un immigrato. Ciò che unisce il pensiero laico con il pensiero confessionale è il verbo. Il loro con la “V” maiuscola, ma c’è pochissima differenza. O no?

2 commenti su questo articolo:

  1. margherita scrive:

    Un tempo, al catechismo, che più o meno tutti abbiamo frequentato da piccoli, ci insegnavano , tra le altre cose, le opere di misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, ospitare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti.
    Tra le varie notizie di omicidi e funerali che riempiono i nostri telegiornali mi pare che ci sia un serio invito a riattivare la memoria e di passare dalle parole ai fatti, almeno apparentemente…

    • Ornella Papitto scrive:

      Margherita, sono d’accordo con te: un buon ripasso gioverebbe alla memoria e al concetto di condivisione e di solidarietà.
      Purtroppo alle umane indicazioni della religione cattolica, non sono state aggiunte le umane indicazioni laiche. Solo vane parole che non sono state riempite di contenuti.
      Abbiamo “tolto”, senza “aggiungere” nulla o quasi.
      Per questo ci ritroviamo in… miseria. ;-)

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