le grandi vetrate

30 dicembre 2015 di: Clara Margani

A Roma, Giovanna e Alberto nonostante la loro laurea in Archeologia e Storia dell’arte hanno per fortuna trovato lavoro, lei come cameriera e lui come concierge, in due grandi alberghi, uno che si affaccia sul Colosseo e l’altro su San Pietro. In tutti e due gli alberghi ci sono grandi vetrate che permettono agli ospiti di godere appieno del panorama.

Spesso i due, mentre lavorano nelle stanze o alla reception, lanciano occhiate a quei monumenti di cui hanno imparato a conoscere nel corso dei loro studi i minimi particolari. Sono occhiate di preoccupazione perché minacce di distruzione più o meno concrete sono state fatte. Non riescono a sopportare l’idea che si possa pensare di eliminare in pochi secondi opere che hanno avuto bisogno di secoli per essere costruite, arricchite, studiate e talvolta anche trascurate e che in tutto il mondo sono il simbolo del valore della cultura italiana, tanto che qualcuno pensa di usarle per un’azione esemplare di rappresaglia.

Giovanna ha ancora negli occhi le immagini della distruzione del tempio di Palmira, che aveva potuto ammirare qualche anno prima durante una campagna di scavo al seguito del suo professore. Alberto invece pensa alla Pietà di Michelangelo, alla giovane donna che sostiene nelle sue fragili braccia un uomo amato privo di vita. Entrambi non riescono ad accettare che possa accadere ancora.

Osservano anche gli ospiti dell’albergo, in particolare quelli di chiara origine orientale, prendendo nota mentalmente delle loro abitudini, dei loro comportamenti. Incrociano i loro sguardi, ma non sanno decifrare le loro intenzioni, i loro propositi, quando attraverso le grandi vetrate guardano anch’essi il Colosseo e San Pietro. Dunque l’esplosione, se ci sarà, non li coglierà di sorpresa, ma li coglierà in pieno e, frantumando le grandi vetrate, frantumerà i loro corpi insieme a quelli degli altri e così anche la loro paura, i loro sogni, la loro voglia di vivere nonostante tutto.

2 commenti su questo articolo:

  1. raffaella scrive:

    Spesso i turisti di chiara origine orientale sembrano più interessati ai souvenir
    e intenti a scattare una infinità di foto con i loro ultra tecnologici strumenti che hanno invaso il mondo in un batter d’occhio
    che alle bellezze artistiche che hanno richiesto tempo e impegno e che appartengono a una cultura ormai passata

  2. margherita scrive:

    nonostante i divieti
    anche quest’anno lesioni e feriti a causa dei botti
    non è mancato chi ha festeggiato con un’arma San Silvestro
    non mi sembra che gli italiani abbiano assunto un atteggiamento di rifiuto
    di manifestazioni pericolose che poco rispettano la vita propria e altrui….

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