Muoversi muoversi da “La Stampa” del 06.12.15

6 dicembre 2015 di: Massimo Gramellini

Nove italiani su dieci consumano la vita all’interno della stessa provincia. Talvolta della stessa casa. Uno dei luoghi comuni più diffusi, però anche più veri, riguarda i traslochi di pianerottolo: il figlio esce dall’abitazione dei genitori commossi e si trascina dolorosamente fino alla porta accanto, spesso comunicante con l’altra.

La scarsezza di risorse economiche e di opportunità lavorative ci mette del suo, ma è indubbio che il brusco taglio delle radici è una pratica che lasciamo volentieri agli anglosassoni. Ci siamo addirittura inventati le università a domicilio: una piccola facoltà in ogni piccola città per non allontanarsi da mammà.

Eppur ci si muove. Anche da noi i più intraprendenti vanno nel mondo in cerca di sé. Ogni uomo può essere la storia di un vile o di un eroe. Le circostanze condizionano la sua scelta, ma non la determinano del tutto. C’è una fiamma interiore che alla fine prevale persino sulla mancanza di appoggi e di denaro. Chi vuole davvero partire non si preoccupa troppo della meta.

La vita è come la spedizione di Cristoforo Colombo, che scioglie le vele per raggiungere le Indie e invece scopre l’America. Ma non l’avrebbe scoperta, se non avesse deciso di partire per le Indie. Nessun viaggiatore sa mai esattamente dove approderà. Il viaggio lo costringe a mettersi in ascolto e alla ricerca. E chi incomincia a cercare ciò che ama finisce quasi sempre per amare ciò che trova.

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