sta’ zitta e va’ in cucina

5 dicembre 2015 di: Anna Trapani

Dopo il successo di “Lei non sa chi ero io! La nascita della Casta in Italia” il giornalista di SkyTG24 Filippo Maria Battaglia,  palermitano ma milanese di adozione causa lavoro, ha dato alle stampe “Sta’ zitta e va’ in cucina. Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo” edito anch’esso da Bollati Boringhieri. L’autore fa un pregevole excursus attraverso le varie legislature che si sono succedute dalla nascita della Repubblica ai nostri giorni, mostrandoci come le idee di vari parlamentari sia di destra che di sinistra siano unanimi nel considerare le donne inadatte alla politica perché incapaci di valutare e di guardare ai superiori interessi del Paese, restando legate invece al focolare domestico, atte alla cura della famiglia ma non dello Stato.

Questi politici una volta elette le prime donne alla Camera e al Senato hanno cominciato a metterle all’angolo anche se si trattava delle stesse donne che avevano dato un fondamentale contributo alla lotta partigiana. Andavano bene per i compiti loro affidati durante la resistenza, talune imbracciando anche un fucile, ma non sono da prendere in considerazione appena si tratta di legiferare o esprimere un pensiero politico in aula. Questo sessismo si configura come “sessismo benevolo” quando si blandisce la donna con parole gentili ed elogiative, ma nella sostanza la si chiude in un angolo da dove non possa “nuocere” alla vera politica: quella fatta dagli uomini. Ancora oggi è così, purtroppo.

Si passa talvolta agli insulti veri e propri e alle parole volgari o a gesti espliciti, come avvenuto poche settimane fa a Montecitorio. Attraverso l’esame degli atti parlamentari Battaglia evidenzia le lotte combattute dalle parlamentari, ad esempio durante l’iter legislativo e referendario sul divorzio. Il democristiano Roberto Lucifredi arriva durante il dibattito ad ammettere che l’uomo possa cedere alle lusinghe di una giovane donna e abbandonare la famiglia, ma “la moglie intelligente capisce, sopporta, il marito ritorna e l’unità della famiglia è salva. Sono salvi i figli”. Discorsi come questo trovano la luce e la comprensione di tutte le parti politiche: gli uomini hanno la stessa mentalità sessista a destra, al centro come a sinistra.

Così non si può negare che una donna come Nilde Iotti fu tenuta ai margini perché amante di Togliatti finché lui fu in vita ed ebbe i dovuti riconoscimenti, alla sua morte risultando anche eletta alla presidenza della Camera. Si arriva a fare ricorso alla “scienza” durante la discussione della legge Merlin. Pe dimostrare che “le prostitute sono per lo più minorate intellettuali o morali” si pone sugli scudi Cesare Lombroso con i suoi studi. Ma ancora oggi non va meglio. L’Italia si trova al 37° posto nella classifica sulla parità di genere in politica. Meglio di noi il Mozambico, il Bangladesh, la Bulgaria e il Costarica. Le donne ai posti di vertice nella politica nazionale continuano ad essere poche. La speranza dell’autore e la nostra è che questo maschilismo possa gradualmente scemare magari dalle prossime elezioni.

3 commenti su questo articolo:

  1. Fiorella scrive:

    Chi entra in politica fa tante promesse, pertanto, ci si aspetta molto da chi ci rappresenta. Ci si aspetta che metta tutto il suo tempo a disposizione di un vantaggio reciproco e duraturo. Generalmente immaginiamo che un politico partecipi molto alla vita pubblica, che si curi sempre e soltanto degli interessi di tutti.Purtroppo le donne, da sempre, sono considerate persone prese soprattutto dagli interessi personali e familiari e che, avendo un ruolo ben preciso, non possono seriamente occuparsi di politica.
    Finché non ci libereremo seriamente di concetti distorti ed eccessivamente semplificati la politica resterà “maschia”.

  2. vincenzo scrive:

    Il libro è scorrevole e divertente forse dovrebbe castigare di più, si mantiene eccessivamente neutrale

  3. Antonella scrive:

    Un libro, Stai zitta e va’ in cucina, racconta la storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo. Scritto da Filippo Maria Battaglia è un compendio insieme grottesco e sorprendente, utile soprattutto a donne e giovani donne che poco conoscono la storia della prima repubblica e la sua ideologia
    Donne d’Italia è il racconto del potere femminile in Italia nell’arco di venti secoli. Un lasso di tempo imponente che va da una grande regina egizia come Cleopatra, la cui influenza fu decisiva nell’ultima fase della Repubblica romana, a Maria Elena Boschi, che riveste il ruolo femminile più rilevante nella storia politica italiana.Nel nuovo libro di Bruno Vespa, ricco di aneddoti e di esperienze personali, i ritratti e le voci delle donne che hanno fatto la storia del nostro paese e alle quali dobbiamo tanta parte del nostro futuro.
    I due libri sono in contraddizione? Ciò che racconta Vespa si oppone a ciò che afferma Battaglia?

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