partorirai con dolore

25 gennaio 2016 di: Marcella Geraci

Un’inchiesta approfondita e ben documentata sulle tante mancanze della sanità italiana in materia di gravidanza, ma soprattutto un aiuto concreto alle neo mamme e alle donne che vogliono avere un figlio, o a quelle che cercano informazioni chiare, libere dagli stereotipi e dai pregiudizi che ancora offuscano il mondo delle nascite.

Sono troppo vecchia per avere un figlio? Sarò in grado di sopportare il dolore del parto? Partorire in casa è meglio che farlo in ospedale? Il parto naturale è meno rischioso del cesareo? Gli interrogativi e i dubbi che gravitano attorno a ogni singola esperienza di parto sono mille e la giornalista siciliana Rossana Campisi ha trattato i più importanti in maniera sistematica, in un libro che unisce il rigore scientifico alla scorrevolezza di un romanzo. Un libro che coinvolge anche chi madre non è o non è ancora, duecento trentacinque pagine dal titolo significativo Partorirai con dolore presentate di recente a Caltanissetta, città d’origine dell’autrice.

Cosa c’è di bello e di nuovo in questo libro, oltre all’indagine accurata sulle trappole e sui disservizi di un sistema sanitario che potrebbe fare di più e meglio per le donne, i nuovi nati e l’intero nucleo familiare che si prepara ad accogliere una nuova vita? L’aspetto legato all’inchiesta, seppur svolto abilmente, non è l’unica forza delle pagine scritte da Rossana dopo aver raccolto storie personali, pareri di esperti e dati.

La vera forza di questo racconto dei racconti è il mettere in luce come ogni storia di parto sia, in fondo, una storia a sé che implica l’utilizzo di risorse personali. Questo libro è un invito rivolto alle donne a guardarsi dentro e a fare la conta delle forze del proprio corpo e della propria identità. Un invito a riprendersi la propria esperienza di vita, a dispetto di una medicalizzazione spesso ingombrante e non sempre utile o all’altezza delle circostanze. Dei sette capitoli che compongono il libro, molto interessante è quello dedicato alle esperienze di parto fuori dall’Italia. Certo sarebbe stato bello leggere qualcosa in più sulle esperienze di parto delle donne migranti che vivono nel nostro Paese, qualcosa che non riguardasse solo le questioni del preferire il medico donna e dell’utilizzo dei consultori, affrontate per brevi cenni. Attraverso l’argomento si potrebbero infatti osservare tanti aspetti relativi a questa presenza femminile recente e al suo impatto nell’Italia che cambia. Ma un libro è una selezione, l’inizio di un percorso che può ramificarsi e arricchirsi, uno strumento utile a stimolare nuovi interrogativi e nuove ricerche. Che dire di più? Quattordici euro spesi bene!

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