Tante scuse da “La Stampa” del 04.02.16

4 febbraio 2016 di: Massimo Gramellini

L’esimio vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana, insomma Gasparri, insulta in televisione i portatori di handicap e davanti alle prevedibili reazioni gasparrofobiche di una parte ostinatamente sensibile della popolazione reagisce piccato: «Ho chiesto scusa su Twitter, che vadano in Rete!». Secondo la versione un tantino forzata di Gasparri, non soltanto il mondo deve sostenere il peso delle sue incursioni quotidiane nei territori del cattivo gusto, ma anche correre immediatamente su Internet per cercarvi e apprezzare le sue scuse, che ormai partono in automatico come il dito medio degli allenatori al primo buu della curva. Perché Gasparri è Gasparri, ma non è il solo. Anzi, se oggi esiste un’immagine che riflette l’anima profondamente cattolica del nostro Paese è quella di un immenso scusificio, dove si sbaglia e ci si scusa quasi in contemporanea e con assoluta nonchalance, pur di potere tornare a peccare al più presto in santa pace.

Ho detto Handicappato Day, ma mi scuso. Ho detto che coi tovaglioli dell’Ikea mi ci pulirò il sedere e glieli rimanderò indietro (sempre Gasparri), ma mi sono già scusato, mi sto scusando, a breve mi scuserò. Ho dato del finocchio al mio rivale, comunque gli ho chiesto scusa. Ho ammazzato mia moglie, lo so, scusate, ho fatto una cavolata. Ho tirato dell’acido in faccia a una persona però mi dispiace tantissimo, proprio tanto: adesso posso andare? Ho preso sotto un ciclista e non mi sono fermato a soccorrerlo, ma ho una voglia matta di chiedere perdono ai suoi familiari, possibilmente subito, perché stasera avrei una cena e se arrivo in ritardo poi mi toccherà scusarmi.

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