basta lacrime di coccodrillo

16 marzo 2016 di: Marina Gasperini

Dai Balcani alla Manica, i paesi europei alzano muri per impedire l’accesso a tutti coloro che fuggono la guerra e le persecuzioni, mentre i media continuano a mostrarci quei disperati presi in trappola, attardandosi sui loro grandi occhi neri, imploranti compassione. Come non commuoversi?

Mi ritorna però in mente una frase: «E’ vergognoso vedere i democratici grondare pietà per il popolo ebreo, e restare di marmo quando si tratti di aiutare gli ebrei». E’ una frase di Hitler, che così commentò l’esito della conferenza di Evian. Quanto ai giornali tedeschi, titolavano “Ebrei in vendita, nessuno li vuole, neanche a basso prezzo” il loro resoconto dell’incontro.

E’ d’obbligo un piccolo richiamo storico.

Il presidente Franklin D. Roosvelt, commosso dalla sorte degli ebrei in fuga dalla Germania, consapevole che non potevano essere accolti tutti negli Stati Uniti, in seguito alla nuova legge sull’immigrazione, estremamente restrittiva, si fece promotore di una conferenza internazionale per accogliere gli ebrei in fuga dall’Europa centrale.

La conferenza si tenne all’Hotel Royal, sulle rive francesi del lago Lemano, a Evian, dal 6 al 14 luglio 1938. Vi parteciparono 32 paesi, l’Urss e la Cecoslovacchia declinarono l’invito e la Germania non fu convocata.

Tutti i paesi rifiutarono di aprire le porte agli ebrei in fuga, con le scuse più fallaci. Fra le tante, merita di essere menzionata quella avanzata dal delegato australiano, il quale disse che il suo paese non aveva mai avuto problemi razziali e dunque non voleva importarne uno. La Svizzera dichiarò di avere già troppi rifugiati austriaci, ragione per cui aveva dovuto ristabilire l’obbligatorietà del visto, chiedendo inoltre alla Germania di stampare la lettera “J” (Juden) sui documenti d’identita dei suoi cittadini ebrei in partenza per la confederazione elvetica. Solo il dittatore della Repubblica Dominicana, Trujillo, si dichiarò favorevole ad accettarli, al fine di “schiarire” la popolazione dell’isola. Tale proposta di accoglienza non fu ovviamente accettata. Fu così che gli ebrei vennero abbandonati, con grande dispiacere, al loro destino.

Speriamo che alla prossima conferenza internazionale del 30 marzo, sulle rive svizzere questa volta del Lemano, a Ginevra, i paesi intervenenti vengano, come auspicato dal nuovo Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, l’italiano Filippo Grandi, «con impegni concreti per offrire accoglienza ai rifugiati siriani».

2 commenti su questo articolo:

  1. Rita Annaloro scrive:

    Grazieeeeeeee x questo flashback, necessario a tutti i vigliacchi e smemorati

  2. Ornella Papitto scrive:

    Non intravvedo nessuna sensibilità, pena o pietà nei confronti di chi fugge dalle guerre e dalla miseria. Solo egoismo e falso interesse. Siamo oggettivamente disumani se non agiamo realmente per soccorrerli.
    Così nessuno di loro sarà al sicuro. Neanche noi.

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