La trivella da “La Stampa” del 15.03.16

15 marzo 2016 di: Massimo Gramellini

Un’agenzia di comunicazione ha coniato lo slogan per l’imminente referendum contro la perforazione dei fondali del Mare Adriatico a scopi petroliferi: «Trivella tua sorella». Per i carenti di immaginazione che necessitano dell’ausilio delle figure, la campagna pubblicitaria illustra lo slogan in rima baciata con l’immagine di una trivella che sovrasta la sagoma di una donna piegata a novanta gradi. La situazione, insomma, sta diventando drammatica. I sempre più frigidi maschi italiani, che mediamente non fanno l’amore dai tempi del governo Monti, sono ossessionati dal machismo a sfondo sessuale. Nel privato passano le notti a eccitarsi in rete su siti dove le donne recitano la parte di algide dominatrici e i maschi quella di feticisti anche piuttosto sfigati. Ma appena entrano in ufficio recuperano brandelli della virilità smarrita per riaffermare a parole un maschilismo da operetta che si esprime in battute e allusioni sessiste che creerebbero imbarazzo persino in un pischello di seconda media.

Pare di vederli, i «creativi» dell’agenzia, mentre si spremono le meningi nel tentativo di risultare simpatici e originali. Finché uno di essi – uno che magari davanti a una donna che gli piace si nasconderebbe nel ripostiglio per la paura – estrae lo slogan immaginifico. Nella patria del sesso non fatto, il sesso dissacrato diventa fonte inesauribile di ispirazione. L’importante è garantire un livello adeguato di beceraggine e ricordarsi di chiamarla umorismo. Quanto alla trivella, le sorelle possono stare tranquille: quella di certi maschi è arrugginita da tempo, come il loro buongusto.

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