le strade libere le fanno le donne

25 marzo 2016 di: Caterina Vitale

Il taxi lascia me e Beatrice alla Casa del Cinema di Villa Borghese a Roma. Siamo arrivate la mattina per partecipare ad una iniziativa del Coordinamento Nazionale Donne della Fisac Cgil, ed è sempre con gran piacere rivedere le compagne provenienti da tutta Italia.

Siamo tante, tutte donne, e mentre cominciamo a prendere posto guardiamo scorrere il video di Irene Fornaciari che canta la sua ultima bellissima canzone Blu: «c’è una donna in riva al mare dipinta di blu…..c’è una donna in mezzo al mare vestita di blu….c’è un bambino sulla spiaggia ….dimmi dove si nasconde la promessa dignità… la promessa libertà…..non più guerre e religioni…» e sullo sfumare di queste note e toccanti parole ci apprestiamo ad ascoltare l‘intervento di Moni Ovadia.

Il nome che ha dato al suo pamphlet è “MadreDignità” ed è stato un ascolto davvero interessante, soprattutto carico di sentimenti. Dice Ovadia: «…La dignità non appartiene a nessuna Autorità, né giudiziaria né altra…ma va tutelata dalle leggi…La dignità umana è quello Statuto che il Divino conferisce all’Essere umano…La persona è titolare di dignità quale diritto proprio sin dalla nascita e non è fruibile da altri…»

Trovo nel suo intervento una appassionante esaltazione di valori e ideali ai quali so che ha dedicato battaglie e militanza, come la giustizia, la libertà e i diritti delle persone, quei diritti che oggi vanno sgretolandosi ogni giorno di più e che sembrano diventati un lusso. E al di sopra di tutti i diritti c’è la dignità, quella personale e quella sociale assolutamente correlate l’una all’altra. «Dei diritti essa ne è il fondamento. Essa prescinde dalle origini, dalle etnie, dal censo o dalle condizioni sociali, è un dono dell’assoluto» dice infatti Ovadia, «è un dono del Creatore» E parlando di Dignità della persona non gli è stato difficile parlare di Dignità della Donna, vittima tra tante “minoranze” delle peggiori discriminazioni e persecuzioni.

La Tavola rotonda che si apriva dopo il suo intervento, poneva l’accento sulla correlazione Dignità e Integrazione ed introduceva un tema forte quale quello dell’immigrazione e dell’integrazione, e quale accoglienza è possibile. Molto interessante la testimonianza dell’insegnante della scuola Manin di Roma, che insieme ad una mamma straniera che fa parte del Consiglio di Istituto ha raccontato di come la convivenza scolastica tra bambini e bambine di nazionalità diverse, sia portatrice di valori e cambiamento culturale per i piccoli e per le loro famiglie. Insomma, un valido progetto di Educazione alle Differenze.

Di Sara Marini, che da anni si occupa di promozione sociale, mi piace ricordare come importante sia, nella valorizzazione delle differenze, quello che lei dice «avere riguardo al riconoscersi…riconoscere e vedersi riconosciuti…riconoscere le uguaglianze come valori di dignità e le differenze come valore di integrazione…» Ci suggerisce un album senza testo per i più piccoli (0-3 anni) Et pourquoi pas toi (E perché no tu?) illustrato da Madalena Matoso, da ordinare su internet perché nelle librerie non si trova, che potrebbe essere un utile strumento di comunicazione e di gioco.

Il tema dichiarato è quello dell’uguaglianza fra uomo e donna, non servono parole per spiegare, basta girare la pagina e il significato è intuitivo ed immediato. E così i mestieri, anche quelli più inconsueti, sono fatti da uomini e donne senza alcuna prevalenza. E’ un importante messaggio culturale. E l’immagine è un linguaggio per ogni età. Insomma, un valido progetto di Educazione ai Sentimenti

Di Sally Kane, responsabile delle politiche per l’immigrazione in Cgil nazionale, mi è molto piaciuto il suo discorso sull’immigrazione con particolare accento su quella femminile.

Lei, una bellissima donna di colore, ha vissuto sulla sua pelle il disagio di arrivare in un Paese straniero, il percorso di scolarizzazione e integrazione, la costituzione di una famiglia e l’affermazione di sé attraverso il lavoro. Ma quante donne italiane sono riuscite ad emanciparsi e ad affermarsi nel proprio lavoro, grazie al supporto delle collaboratrici straniere nelle loro case? Per lei, donna di sindacato, è assolutamente necessaria e non differibile una riflessione all’interno del mondo delle migranti e delle lavoratrici migranti, se si vuole dare pieno significato all’art. 11 della nuova Carta dei Diritti proposta dalla CGIL sul diritto di non discriminazione, sia nell‘accesso al lavoro che nel durante.

Concludo il mio réportage sulla giornata romana, richiamando la vostra attenzione sullo slogan della locandina LE STRADE LIBERE LE FANNO LE DONNE CHE LE ATTRAVERSANO e io aggiungo ANCHE TENENDOSI PER MANO.

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