uno sguardo sulla città, dal bus

8 agosto 2016 di: Rita Annaloro

Vedere la propria città con gli occhi del turista a volte dà soddisfazione, specie se si gira col naso all’aria, utilizzando i mezzi pubblici che a Palermo ultimamente sono apprezzabili, anche se qualcuno si aspetterebbe un servizio paragonabile alla rete di trasporti milanese, date le dimensioni della città. E’ bello vedere i passi in avanti compiuti, anche con l’introduzione del tram, che migliora i collegamenti con le periferie, consentendo anche a chi non usa la macchina di raggiungere il centro commerciale Forum, dove inaspettatamente troviamo parcheggi riservati alle donne incinte.

E così, per raggiungere i paradisi palermitani dello shopping si attraversano banlieu altrimenti inimmaginabili per la gente dei quartieri alti, dove in case modeste dalle facciate sgretolate si intravedono persone di pelle bianca, probabilmente sicula. Così come si vedono donne col velo salire sul 704 in via Sciuti, direzione viale Strasburgo. Negli autobus, che passano ad intervalli regolari, l’atmosfera prevalente è serena, anche se i visi, di tutti i colori, sono raramente sorridenti.

Quasi nessuno guarda in alto i preziosi merletti in ferro battuto dei balconi in zona Ammiraglio, o le bellissime facciate Art Nouveau di via Roma, non inferiori a quelle che in altre grandi città europee attirano frotte di turisti. La gente si sposta in fretta da un mezzo all’altro, chiedendo conferma di percorsi e fermate ad altri passeggeri, con assoluta sfiducia verso le fonti ufficiali. E con ragione. Le informazioni scarseggiano, anche sull’ingresso della metro a Palazzo D’Orléans o a Stazione Notarbartolo manca ancora la M rossa; da nessuna parte presso i chioschi Amat è reperibile una mappa degli autobus con i percorsi delle singole linee, per non parlare degli uffici per il Turismo, sempre che li troviate, come quello di Piazza Politeama ben nascosto tra le porte del teatro.

Allora i turisti, quelli doc, girano a piedi, spesso ignari che Palermo aderisce al Moovit, app di Playstore che vi fornice in ogni momento l’aiuto necessario a raggiungere la vostra destinazione. Ma solo girando a piedi potranno scoprire che in alcune zone della città, anche insospettabili come nei pressi di via Cusmano, «la guerra non è mai finita», come diceva Salvo Piparo nel suo monologo al Festino, e lo constatiamo dalle scritte sbiadite sui muri che indicano il Ricovero dalle bombe e dai colpi di granate che ancora affrescano alcune facciate. Chissà se resteranno colpiti più da una lapide che celebra le opere delle Principesse Turrisi Colonna, di fronte la Cattedrale, o da qualche catapecchia che sbuca qua e là, da via Principe Palagonia a via Sampolo, a ricordarci che Palermo è la città di tutti, dei ricchi e dei poveri, dei belli e dei brutti, degli eroi e dei quaquaraquà.

1 commento su questo articolo:

  1. Susanna scrive:

    Sono d’accordo con Rita Annaloro che l’uso dei mezzi pubblici per chi visita una città, che non conosce o che conosce poco, permette di apprezzarla in maniera diversa e talvolta sorprendente. Mi è capitato proprio con Palermo qualche anno fa. Anche sbagliando la direzione della linea o proprio la linea, ho avuto l’occasione di vedere zone della città poco turistiche ma sicuramente affascinanti. Devo dire però che io avevo tutto il tempo a disposizione perché ero in vacanza, gli utenti palermitani invece erano pressati dai loro impegni e non erano molto contenti!

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