dei compagni e delle pene

8 ottobre 2016 di: Fortunata Pace

Ma perché abbiamo così cattiva memoria? Da anni in Parlamento si tenta qua e là di metter mano a qualche articolo della Costituzione, si tenta di spiegare il buono o no della faccenda, si avviano referendum con gazebi in piazza ma poi il quorum, se si tratta di abrogazione non si raggiunge e ci restano solo le spese affrontate e … oggi partiamo come dall’anno zero. Con l’Europa che ci fiata sul collo, ci azzanniamo tra terremoti, pressioni migratorie e quant’altro in una ininterrotta arena fingendo di difendere in toto una carta costituzionale cui abbiamo dedicato solo pallidi pensieri (lasciando con indifferenza, per buona parte non applicati quasi tutti gli ottimi principi fondamentali che ne sono l’essenza) e facendo del sì e del no del prossimo referendum un’occasione di squallida e equivoca contesa.

Ciò che anima il no, eccezion fatta per qualche relatore accorto che avverte quel che in realtà poteva esser fatto o scritto assai meglio, è buttare a mare Renzi e il governo che l’Italia intanto ha e che, con luci e ombre, mostra di avere. Non se ne fa mistero: da Salvini a Brunetta, passando per Grillo e “compagni”, quel che si vuole è indebolire o far sballare il governo. Ma chi doveva dirlo a quelli di noi che non erano fan di Renzi, e che seguivamo con la dovuta attesa di cittadini non facinorosi, che ci saremmo ritrovati a sperare che un referendum positivo permetta alle difficoltà del nostro paese di non raddoppiare? Chiunque prenda parola in Tv, dall’operaio al costituzionalista, dice un paio di cose esatte. Ma la buona fede di tanti è chiaramente in ferie.

Per questo, chi va alle urne convinto a dire sì o no senza pensare ai giochi di parte, uscirà sconfitto. Noi massa di un popolo cui si dà, di tanto in tanto, l’illusione di decidere ci prepareremo con pochi mezzi al Natale e ai soliti servizi televisivi da panettone, e constateremo come sempre sulla nostra pelle quale che sia il risultato.

Speriamo non il più grave, se raccatta più voti il no…. come rassicura Travaglio che (peccato!) ha perso un po’ di smalto agli occhi nostri o D’Alema, che sotto i medesimi è ritornato come l’orribile pupazzo di Pierino, e che si intesta una battaglia che in ogni caso non fa onore a chi, pur con alcuni meriti indiscussi, davvero non si può dire sia senza peccato per tirare addosso a chi governa ed esponente a tutt’oggi del suo stesso partito, un paio di aguzze pietre, di quelle che tiene in serbo nel suo immarcescibile sacco.

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