l’impeto del livore fa fuori la ragione

1 novembre 2016 di: Daria D’Angelo

Certo, lo confesso, ho criticato anch’io più volte Renzi e il suo operato. Non essere d’accordo e non condividere opinioni è lecito, ma il crescente astio e la volgarità di certi commenti mi hanno bloccata. Mi hanno bloccata l’odio, la ferocia, la crudeltà.

Mi piace la discussione, sono d’accordo sul polemizzare, sullo scontro per le diverse ideologie, capisco anche che si possa essere arrabbiati, ma non riesco a condividere gli eccessi a cui si è arrivati. Desiderare la morte, no, insultare pesantemente, no. Questi sono solo modi incivili per scaricare le proprie frustrazioni.

Il problema va oltre Renzi o l’invito in America di Obama, il problema è che ormai si naviga su internet sfogando il proprio odio in tutti i modi (anche i più sgrammaticati) con l’illusione di poter modificare idee senza frenare una ferocia e a volte una bassezza che arriva ad ottenere un effetto contrario.

Finirà che per colpa di quest’odio, e di questo incitamento all’odio, che non servirà certo a cambiare niente, né a modificare le azioni del governo, Renzi inizierà a piacere di più.

Ma non è questo il punto.

Il fatto è che non serve mischiare politica a vestiti. Insultare, sfogarsi con odio non serve a nessuno, se non ad alimentare altro odio. Certo, la gente è stanca e ha ragione, ma non ci sono più scambi di opinioni e discussioni “tranquille”, ogni argomento, ogni cosa, dalla più seria alla più stupida, è fonte di attacchi feroci e insulti con parole cariche di livore verso tutto e tutti. Ed è davvero triste assistere a certi spettacoli in cui vince chi urla e riesce ad offendere di più, chi riesce a tirare fuori il repertorio di disprezzo più carico di brutalità.

Sono spettacoli devianti e diseducativi che lasceranno certo un segno nelle generazioni future, se non riusciremo più a ritrovare la saggezza e l’eleganza politica di un tempo, quando prevaleva la forza delle idee. Prima che sia troppo tardi, si dovrebbero recuperare le opinioni e lo scontro di ideologie, le critiche costruttive, l’educazione e il rispetto per arginare tanto astio e distruttiva maleducazione.

Ma, forse, è già troppo tardi.

3 commenti su questo articolo:

  1. nunzia scrive:

    Concordo pienamente con l’autrice dell’articolo. L’altro giorno ho visto mio marito che, assistendo a una trasmissione televisiva che doveva occuparsi di questioni politiche di interesse comune, non riusciva a stare dietro alle urla e agli insulti e all’alzare la voce dei partecipanti. Ha detto, e questo è un bene, “mi vergogno di averlo fatto anch’io, non mi rendevo conto di quanto fosse odioso questo modo di fare”. Forse siamo stati troppo a lungo tolleranti nei confronti di certa volgarità e adesso abbiamo colmato la misura.

  2. Rita scrive:

    io credo che la nostra unica “arma” sia tenerci lontani da queste trasmissioni televisive; quando l’audience calerà, forse
    la smetteranno.

  3. Daria D'Angelo scrive:

    Grazie, Nunzia e Rita per i commenti.
    Purtroppo, Rita, oltre la televisione esiste il web, un bacino immenso da cui è difficile tenersi lontano.

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