Flop al convegno e fiction di successo i paradossi di Mani pulite dal “Corriere della Sera” del 08.02.17

8 febbraio 2017 di: Luca Mastrantonio

Se ci fossero stati gli attori Stefano Accorsi e Miriam Leone, sarebbe andata diversamente. Non ci sarebbe stato quel vuoto nell’Aula magna del Palazzo di Giustizia, martedì scorso, dove si celebravano i 25 anni di Mani pulite. Un vuoto sorprendente, perché è figlia naturale di quella stagione la forza parlamentare più dirompente oggi, il Movimento 5 Stelle, che grida: «Fuori i corrotti, dentro gli onesti!». Onesti fino a prova contraria, come suggeriscono non tanto i problemi attuali dei Cinque Stelle quanto gli epiloghi giudiziari dei precursori del giustizialismo entrista: An, Lega e Italia dei Valori… Per questo suona un po’ fantapolitica la spiegazione che Antonio Di Pietro, al Fatto Quotidiano, ha dato della platea semideserta: ai tempi di Mani pulite, dice, i corrotti venivano considerati ladri, oggi non è così. Dal canto suo «Il Giornale», che ha festeggiato il flop pubblicando a doppia pagina un discorso di Bettino Craxi, sostiene che l’insuccesso è dovuto alla matrice grillina del convegno, dove non è stato dato spazio agli «sconfitti».

Curioso. La narrazione di Mani pulite, per altri versi, è stata un successo clamoroso con 1992, la serie ideata da Accorsi e prodotta da Wildside per Sky, di cui sono già stati annunciati i sequel, 1993 e 1994 (i capitoli sulle stragi di mafia e sulla discesa in campo di Berlusconi). Il paradosso, però, è utile a stanare un fraintendimento che riguarda le fiction, retaggio forse della vocazione cattolica e comunista a educare il popolo: si crede che le fiction a carattere sociale o sfondo storico possano sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema specifico; invece si tratta di intrattenimento puro, e da un grande risultato di audience non ne consegue per forza la formazione di una coscienza. E poi: la fiction 1992 è un racconto polifonico che si ispira liberamente a fatti realmente caduti, con tutti i vantaggi di quel «liberamente» («Quanto sesso… magari!» commentò Di Pietro); mentre su cosa sia realmente accaduto durante e dopo Tangentopoli gli italiani sono ancora divisi.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement