la cura della terra, nuova frontiera di una giovane generazione di agricoltori e allevatori

17 novembre 2017 di: Rosanna Pirajno

“Fa’ la cosa giusta” è una “Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili”, come recita la brochure della 4° edizione che si è tenuta giorni fa in un padiglione di quel che fu la Fiera del Mediterraneo.

E qui mi vengono da fare due considerazioni. La prima: fa soffrire l’aria di desolazione che si respira in questa grande struttura di padiglioni espositivi grandi, piccoli, medi, inutilizzati e abbandonati se non per quel paio ripuliti per ospitare di tanto in tanto manifestazioni commerciali, o per quello occupato per un certo tempo da giovani che l’hanno magnificamente utilizzato per spettacoli teatrali, mostre e concerti, finché non arrivò puntuale lo sfratto. I locali, meglio vuoti e lasciati all’incuria che “occupati” da chi sa cosa farne.

La seconda: visitando gli stand dentro il grande padiglione che ospita la Fiera, prevalentemente di prodotti alimentari di aziende agricole siciliane e qualche stand di libri, si nota con piacere dietro i banchi la presenza di molti giovani, uomini e donne.

Parlando con qualcuno di loro scopro – in realtà è la conferma di notizie a carattere nazionale apprese dai giornali – che sono figli o nipoti di coltivatori e allevatori che ritornano alla terra, che hanno imparato a coltivare prodotti tipici, che fanno ricerca e recuperano antichi grani, antichi semi, ntichi frutti che non si trovano più sul mercato – figurarsi, il mercato vuole frutti commerciabili facilmente, belli lucidi e tutti uguali, varietà ridotte al minimo e coltivate come i polli in batteria – e se ne inorgogliscono.

Ho trovato di tutto, fattorie, aziende, cooperative, che si chiamano Madre Terra, Le Galline Felici, A’Sparacia, Ciauli, Pasta Madre, Spazio Libero, Think Bio, Masì e via elencando,  che producono olio vino formaggi pasta legumi biscotti frutta fresca e frutta secca, e pure conserve marmellate paté pomidori secchi e verdure sott’olio, e quelle che ricercano e coltivano grani antichi dimenticati e perfino quella che ha ripreso la coltivazione della canapa ad uso terapeutico, quelle che fanno saponi e prodotti per l’igiene e il trucco, insomma ogni genere di prodotti provenienti da realtà produttive siciliane in cui gli anziani insegnano il mestiere ai più giovani, che introducono innovazioni e tecnologie di ultima generazione. Se la politica agevolasse questa tendenza, facilitando pratiche burocratiche e iter amministrativi, abbattendo tasse e costi del lavoro per le imprese giovanili, sarebbe una “buona politica” per l’occupazione ma anche per per la terra e il paesaggio. Non dobbiamo infatti dimenticare che la cura del territorio e quindi del paesaggio è un rimedio potente contro frane alluvioni desertificazione degrado mutazioni climatiche e ambientali e vegetazionali e molto altro ancora.

Dobbiamo ancora convincerci che molta parte del benessere dell’umanità dipende dallo stato di salute della terra.

 

 

 

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