il fine vita mi appartiene, infine

17 dicembre 2017 di: Rosanna Pirajno

Non mi capita spesso di commentare a caldo un evento, qui sul sito dove pure si trattano argomenti di attualità in tempi ravvicinati, ma sono troppo contenta per l’approvazione della legge sul fine vita, o testamento biologico o Dat, Disposizioni Anticipate di Trattamento, approvata quasi in extremis il 14 dicembre u.s.

Sono contenta perché ha prevalso, sul cattolicesimo integralista di quanti ritengono loro dovere salvare dall’inferno gli “infedeli” diversamente pensanti, la laicità di quanti sanno e vogliono invece distinguere legge dello Stato da legge del Signore, il “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” di evangelica (e trascurata) memoria.

E si è visto come è stata accolta dagli ambienti cattolici, con l’Avvenire che si rammarica del «brutto giorno per l’Italia» portato dalle Dat, con l’aggravante di non prevedere l’obiezione di coscienza (avete presente gli obiettori a gogò negli ospedali pubblici, che si rifiutano di praticare l’interruzione di gravidanza a donne anche gravi?). E i gesuiti che, già a giugno, sul loro giornale Aggiornamenti sociali avevano scritto: «Affrontando la questione delle Dat, come società ci misuriamo con l’inquietudine dell’esperienza del morire e di una tecnologia medica capace di mantenere sospeso il momento del trapasso, senza restituire la salute», affrontando cum judicio il punto più controverso dell’accanimento terapeutico tramite la NIA (nutrizione e idratazione artificiale) la cui «inclusione tra i trattamenti rifiutabili è corretta» pure per i credenti.

Con buona pace dei Ferrara, Binetti e C., a suo tempo  simbolicamente ferentes pane e acqua alla povera Eluana Englaro da 17 anni inchiodata ad una non-vita di strazi.

Allo spostamento di opinioni, e quindi di voti tra i politici cattolici osservanti, ha contribuito in maniera determinante l’apertura di Papa Francesco al tema fino ad ora “non negoziabile” dell’autodeterminazione in punto di morte, con tutte le paure della eutanasia praticata da parenti avidi di eredità anticipate o della paternità divina della vita terrena, a cui neppure i non credenti potevano sottrarsi. La spaccatura dei cattolici è formalizzata, tra le posizioni intransigenti della Cei e le aperture dei Gesuiti c’è l’arguta vignetta di ElleKappa, ci puoi giurare.

Per quel che mi riguarda, mi affretterò a stilare la mia Dat con tutte le prescrizioni collaterali, compresa cremazione e spargimento di ceneri (al momento vietato) nel posto che ho più amato in vita, perché l’amore per la vita continui sotto altra forma.

 

 

 

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