città che vai, mestieri (e altro) che trovi

12 gennaio 2018 di: Rita Annaloro

Al mio rientro a Padova, dopo aver passato le feste di Natale a Palermo, mi sono resa conto che tutte le città, a Natale si assomigliano: luci colorate, candele, stelle o globi che siano, gli addobbi di stagione non conoscono frontiere tra Nord e Sud.

 

Neanche i canti natalizi si differenziano, tradotti in varie lingue ed esibiti per gaudio collettivo da varie associazioni socio-culturali in chiese poco frequentate. Anche i rifiuti, bene o male, sono effetti collaterali delle enormi abbuffate di rito, anche se il pericoloso rotolare di cocci di vetro a Palermo è forse più appariscente che altrove.

Sotto la patina opulenta, però, le differenze ci sono: strano ma vero, in una città con problemi endemici di disoccupazione, in nessun panificio, supermercato, lavanderia o altro luogo pubblico, si vedono cartelli volanti di chi cerca lavoro come babysitter, badante, aiuto ripetizioni, ecc.

Forse a Palermo chi cerca lavoro si affida al passaparola, ma questo fa quasi pensare che nessuno in realtà sia disposto ad andare incontro a sconosciuti, pur di risolvere un problema familiare o economico. E’ l’atavica diffidenza o in realtà il problema non esiste?

Sicuramente esiste, però, il bisogno di tenere in famiglia un cane, che regolarmente lascia tracce di sé su tutti i marciapiedi, oppure la città è invasa da branchi di cani randagi così numerosi da imporre una chiamata alle armi. Almeno dell’ironia, che ci fa tirare avanti come sempre, con una risata amara, quasi ignari dei tempi in cui le nostre maestranze riproducevano nel marmo opere d’arte raffinatissime, come testimonia una bellissima Madonna che si può ancora ammirare nella chiesa di San Giuseppe dei Teatini. Dappertutto c’è una riscoperta degli antichi mestieri, soprattutto legati a riti scomparsi, soppiantati dalle grandi industrie, che impiegano manodopera a basso costo disseminata in tutto il pianeta.

Forse a Palermo chi cerca lavoro, oggi cerca di procurarselo in altro modo, negli studi di co-working o con le buone grazie di amici influenti, e magari tanti talenti rimangono nell’ombra in attesa del momento giusto, ma se qualcuno inventasse un sistema per liberare la città … almeno dalla merda dei cani, segnalatelo per una Nuova Statua di Libertà.

 

 

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