note disciplinari sui registri di classe

8 febbraio 2018 di: Magdalena Marini

È balzato alle cronache l’episodio della professoressa ferita alla guancia dal suo studente nell’Istituto Ettore Majorana di Santa Maria a Vico, Caserta, a causa di una nota disciplinare. Le parole dette dalla docente, commentando l’accaduto, evidenziano il “sacro furore” della professione: «Torno a scuola appena possibile – ha detto infatti la professoressa – ma Rosario non deve essere punito, chi lo punisce fa male a me. Per quanto si rifiutasse di studiare, non avrei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile». Il ragazzo aveva preso note disciplinari in diverse occasioni, avendo risposto in malo modo ai rimproveri della professoressa e rifiutandosi di fare lezione, come pure il giorno dell’aggressione in cui doveva essere interrogato per recuperare una insufficienza. Un evento negativo può e deve diventare un evento educativo. Nelle parole della professoressa c’è la consapevolezza, maturata dall’esperienza, di aver avuto a che fare con un ragazzo “difficile”, bisognoso di comunicare il suo disagio e che ha scelto di gridare al mondo, in modo assolutamente sbagliato e imprevedibile, la sua disperata ricerca di attenzione. Colta affettivamente ed emotivamente, ha manifestato con le sue parole il senso del fallimento della sua azione educativa. Ciò non toglie che il gesto dello studente debba essere considerato punibile a causa della sua gravità. La Ministra Fedeli ha dichiarato: «Simili episodi di violenza non dovrebbero mai accadere, men che meno in un luogo come la scuola, in cui educhiamo le nostre ragazze e i nostri ragazzi al rispetto e il cui obiettivo è formare cittadine e cittadini consapevoli e responsabili».

Il registro di classe riporta giornalmente, oltre che le firme degli insegnanti impegnati nelle diverse ore di lezione, gli argomenti svolti e i compiti assegnati, annotazioni, comunicazioni e note disciplinari.  Raramente si tratta di note di merito. Quasi sempre le note fanno riferimento a comportamenti scorretti di tutti gli studenti o di qualcuno in particolare. Vengono scritte per comunicare l’accaduto al dirigente e agli altri colleghi e per prendere, se necessario, eventuali provvedimenti disciplinari. In una situazione di mancato rispetto delle regole di convivenza scolastica, la nota, il rimprovero, il contenimento, mirano al raggiungimento di un obiettivo.  I provvedimenti disciplinari, come recita lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità e al ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità scolastica. Si crea un clima di apprendimento favorevole quando ci si prende cura dei propri ragazzi, quando l’ascolto è attivo, quando si lavora con un approccio riflessivo, capendo le ragioni dell’altro e avendo ciascuno consapevolezza del proprio ruolo. La credibilità e l’autorevolezza di una docente e di un docente si devono basare su una sicura padronanza di ciò che si insegna e sull’amore per i ragazzi. Solo condividendo e mettendosi in relazione, si crea una reale condizione di sostegno reciproco.

3 commenti su questo articolo:

  1. Marta scrive:

    Il 2 ottobre è la giornata internazionale della nonviolenza: nelle scuole se ne parla? Si ricordano personaggi come Il Mahatma Gandhi, Marthin Luter King, Madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama? Lo sanno i ragazzi che esiste il premio Nobel per la Pace? Parliamone! Trattiamo questo argomento quotidianamente a scuola, in famiglia, tra conoscenti, diamo tutti il nostro piccolo contributo per un mondo migliore, impariamo a sorriderci, a dirci buongiorno e a essere flessibili…ce la possiamo fare!

  2. Maria scrive:

    Insegnare il rispetto ai ragazzi è possibile attraverso la coerenza, l’esempio, la modalità di approccio comunicativo che si instaura con loro.Accettare il confronto, non pretendere di avere ragione a tutti costi e di avere sempre l’ultima parola in tutte le circostanze.Accettare di essere diversi ma capire che le ragioni dell’altro non sono sempre le nostre non è facile….

  3. Rosita scrive:

    Non prendetevela con lo studente! Non biasimate l’insegnante! Non giudicate un gesto sconsiderato condannabile! Non colpevolizzate i genitori! Non cercate un colpevole da mettere alla gogna! Chiedetevi se avete fatto tutto il possibile per non arrivare a tanto…L’esasperazione ci rende ciechi: perdiamo di vista gli obiettivi primari e non vediamo oltre il nostro naso.

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