“Le tre del mattino” di Gianrico Carofiglio.

21 maggio 2018 di: Carlo Bagnara.

Che un magistrato come Gianrico Carofiglio possa improvvisamente abbandonare la sua carriera è molto difficile da comprendere. A maggior ragione se poi fa, per qualche anno, l’uomo politico. Poi lascia la politica e improvvisamente si dedica alla narrativa.

Scrive tutta una serie di romanzi, uno dopo l’altro, che si diffondono in tutto il mondo con un successo imponente. Ottiene un numero di premi enorme e la somma dei romanzi pubblicati e tradotti in tutte le lingue supera in atto i cinque milioni di copie!

L’ultimo nato, edito da Einaudi, nel 2017, si intitola Le tre del mattino e ritengo che tragga spunto, come per altro scrive l’autore, da fatti realmente accaduti forse,  legati al periodo in cui faceva il magistrato.

La trama affronta i rapporti padre figlio e la città in cui avvengono alcuni episodi fondamentali tra i due personaggi è Marsiglia.

Chi vi scrive, per motivi di studio, ha trascorso un breve periodo in questa città francese, che è come se fosse distante da Parigi migliaia di chilometri; in altre parole sono due mondi diversi molti ben rappresentati dall’autore. E’ una città difficile, pericolosa, specie di notte. Il giovane per verificare l’esito della terapia consigliata dal luminare che l’ha in cura, deve stare sveglio quarantotto ore; e il padre lo accompagna in questa avventura. E’ l’occasione per conoscersi. Si scoprono amici e il ragazzo si entusiasma del padre che vede ora più come un amico che come un padre.

Della trama non voglio e non devo dirvi niente di più, perché va scoperta dal lettore mentre si gode il libro, che è sempre più avvincente. Che il tutto si svolga a Marsiglia è importantissimo e il ruolo della città è centrato alla perfezione.

I due divengono amici e per il ragazzo, in piena crisi post-adolescenziale, ritrovare il padre è determinante. Purtroppo, poco dopo il ritorno a casa, il padre docente universitario, molto impegnato professionalmente, muore ma il giovane ormai è cresciuto, e questo tragico evento è vissuto da adulto con profondo affetto per la figura del padre. Se, iniziando queste righe mi ero chiesto come mai un magistrato possa lasciare la sua prestigiosa carriera, questo libro, scritto con una penna veloce ma non superficiale,può dare la risposta, anzi, sono i 5 milioni di copie che ne danno la vera risposta.

1 commento su questo articolo:

  1. Maria scrive:

    Di Carofiglio segnalo anche Ad occhi chiusi.
    Anch’io sono stata di passaggio a Marsiglia e mi è molto piaciuta ricordo.
    Non so se leggerò questo ultimo di Carofiglio anche se sembra interessante.
    I padri e i figli le madri e le figlie i padri e le figlie le madri e i figli..certo sono temi di interesse vitale la letteratura si nutre di questi rapporti. Lancio una riflessione: ma secondo voi che leggete come si deve raccontare la famiglia oggi, i suoi rapporti, le sue dinamiche, quello che succede all’interno. Segnalatemi se vi va testi che vi sono sembrati convincenti e che hanno davvero colto nel segno di un argomento smisurato e inesauribile.
    Grazie

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