Come una Principessa? NO!

7 giugno 2018 di: Carlotta Bertini.

Vorrei essere una principessa vestita di bianco, guanti neri, al volante di una decappottabile rossa, e appoggiare il tacco 12 fuoribordo in pieno deserto a Gedda. Forse la copertina di Vogue Arabia che ritrae così la principessa Hayfa bint Abdoullah Al Saud, figlia del defunto re Abdoullah, ha voluto significare e rendere omaggio all’abolizione del divieto di guida per le donne in Arabia Saudita. Un messaggio, un granello di libertà acquisita. Tralasciando, in questo scatto, che il principe ereditario nonché cugino, ha incarcerato metà dei suoi fratelli.

A Riad, Arabia Saudita, sono imprigionate dai primi di maggio, 11 attiviste accusate di complotto internazionale. Si sono battute per i diritti delle donne e ora rischiano la pena di morte.

Il principe ereditario Mohammed bin Salman si è proposto come riformatore e dal 24 giugno entrerà in vigore la riforma al divieto di guida per le donne, ma le repressioni continuano e di queste donne in cella si hanno poche notizie. In questo paese è tuttora in vigore il principio di segregazione femminile che vuole le donne ancora sottomesse a marito, padre, figli. A loro il potere decisionale su tutto: matrimonio con stranieri, conti in banca personali, ricevere trattamenti medici, avere in custodia dopo il divorzio, i bambini oltre i sette anni, interagire con uomini che non siano della famiglia in conversazioni senza limite di tempo, avere valenza totale come per un uomo e non ridotta al 50%, come testimone in un processo .

Abbiamo da tempo capito, che l’esteriorità conta più di una concreta realtà, come il direttore di Vogue Arabia vuole farci intendere in maniera plateale con l’immagine iconica di questa principessa, tanto glamour quanto finta nel messaggio che vorrebbe essere di cronaca annunciata. Così sono i contenuti del mondo della moda: fittizi ma dorati, vuoti ma intriganti. Intanto, poco lontano da qui, a Dubai, Emirati Arabi Uniti, in opposizione alla neo conquista di guida per le donne dell’Arabia Saudita, entro il 2030 esisteranno veicoli a guida autonoma, cioè senza guidatore. Treni come Hyperloop, che permetterà di viaggiare su capsule sparate a 1200 km orari all’interno di un tubo grazie a propellenti solari ed elettromagnetici e che collegherà Dubai ad Abu Dhabi viaggiando o volando ad altezza suolo, in 12 minuti.

La principessa, le donne senza diritti, l’Hyperloop.

Sì, una condizione ci tocca : sentirci dentro un frullatore.

2 commenti su questo articolo:

  1. Micol scrive:

    L’articolo mi è piaciuto perchè finalmente si accenna a quanto falsa sia ancora la liberazione della donna araba. Per lavoro del mio compagno io ho vissuto per un periodo negli emirati è tutto un grande arem ed è difficile e strano anche per noi donne occidentali viverci. Io sono scappata via.

  2. Paoletta scrive:

    Voi non avete un idea della vera vita delle donne arabe, se ne dovrebbe parlare di più, io ho rinunziato al mio fidanzato di allora perchè sebbene nella colonia straniera avevamo restrizioni spaventose. Lui per contratto non poteva lasciare il posto ed io non volevo vivere là. Non me ne sono pentita.

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