“Vedere il mare”

16 luglio 2018 di: Carlotta Bertini

Tempo di vacanza, pranzi leggeri, sieste, poca televisione. Per chi ancora segue i programmi in tivù la serie di Maciste o la ripetizione senza fine di Desperate Housewife sono solo un anestetico per il cervello che desidera ogni tanto distrarsi dal problema dei dazi istituiti da Trump.

Con questa leggerezza d’intenti e casualmente si può seguire un programma che racconta di bambini. Pochi giorni fa, dalle 12 in poi, un docu-film intitolato I Bambini sanno girato anni fa per la regia di Walter Veltroni ha stravolto il filone seriale delle proposte estive della Rai per proporre un gioiello di racconti-interviste a bambini preadolescenti, dagli otto ai dodici anni, realizzate nelle loro stanze e senza la presenza dei genitori. Ai bambini venivano rivolte domande sulla scuola, apparentemente semplici e generiche, sulle amicizie, sulla società e altre riguardanti argomenti complessi, come la religione, l’esistenza di Dio, i matrimoni omosessuali.I protagonisti, tutti italiani, avevano origini diverse: un filippino, due ragazzine musulmane, uno d’identità rom, uno appena sbarcato a Lampedusa.

Vite normali, altre faticose. Una grave malattia superata, la paura del buio sul barcone dei migranti, problemi di solidità famigliare economica o istituzionale:

- Cosa serve nella vita per essere felici? Sognare

- Cosa ti piace del basket? L’eleganza dei movimenti

- Quale è stato il momento più felice della tua vita ? E’ stato quando sono nato, perché ero.

- Che cosa pensi dei musulmani? Niente. Siamo tutti uguali

- Qual è il tuo più grande desiderio? Vedere il mare.

Raccontano quello che provano e pensano da punti di vista originali, poetici, commoventi, carichi di profondità, inaspettati in bambini di quell’età. Riflettono sugli aspetti della vita, animati da grande dignità e rispetto per loro stessi, le loro famiglie, le situazioni dei grandi che li coinvolgono, a volte pesantemente.

Alla fine del documentario film il regista porta il piccolo rom di otto anni al mare. La scena è commovente, lo stupore, l’emozione per tanta bellezza sono felicità pura dipinta nello sguardo, nell’atteggiamento, nell’espressione.

Impariamo da loro, noi adulti, e cerchiamo di meravigliarci sempre, anche ogni volta che vediamo il mare.

Noi adulti che abbiamo tutto e non abbiamo niente.

3 commenti su questo articolo:

  1. Gemma scrive:

    Ieri pioveva a Roma. Marina, Silvia ed io eravamo sulla spiaggia. Solo noi tre. Un vento freddo ci spingeva a desistere dalla voglia di restare lì. Noi continuavamo a respirare quell’aria pulita ricca di iodio e a raccontarci le nostre storie di donne che hanno tanto da dirsi e che, in certi momenti, sono ancora come quei bambini che sanno, ma non hanno visto ancora tutto e che condividono i propri sogni e progetti. Ci piaceva quell’atmosfera, nonostante il tempo minaccioso. Stavamo bene. Guardavamo il mare.

  2. Maria l.b. scrive:

    molto bello questo ricordo istantaneo di gemma lo iodio loro tre sole e distese completamente tra loro nonostante il tempo che è bellissimo il mare col tempo minaccioso
    ho respirato un po’ forse pure io e spero mi succeda con qualcuna al mare e il fresco
    grazie e a presto
    maria

  3. Marina scrive:

    Il mare non ha colore, riflette l’azzurro o il grigio del cielo.
    Il colore delle cose dipende da noi.

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