Salvaguardia del Natale cattolico

28 dicembre 2018 di: Magdalena Marini

Il rappresentante della comunità islamica di Terni ha espressamente chiesto che la cancellazione della recita natalizia nelle scuole non sia più fatta a nome dei musulmani. In una scuola elementare umbra la dirigente scolastica ha vietato la rappresentazione di Natale per non urtare le altre religioni. L’imam si è così espresso a riguardo: “Canzoni e recite natalizie a scuola non sono un male. Se rappresentano una tradizione è bene continuare a farle. Noi musulmani siamo disponibili anche a partecipare. Non siamo noi a volere cambiare la cultura del Paese che ci ospita, siamo qui per rispettarla. Per la nostra Comunità lo scambio è una ricchezza, siamo tutti fratelli. Diciamo ‘no’ all’integralismo islamico così come a quelli di altro genere. Per cui trovo giusto che a scuola si possa fare anche un presepe vivente, Dio è nel cuore e non nelle parole“.

Nel corso del Question Time della Camera andato in onda in diretta televisiva mercoledì 5 dicembre, tra i temi delle interrogazioni a risposta immediata, sono state discusse le iniziative di competenza volte a salvaguardare nelle scuole le tradizioni che contraddistinguono il Natale cattolico.

È innegabile che i simboli natalizi come il presepe, l’albero, le stelle, gli angeli. le luci, le recite, i canti, le poesie e i racconti relativi al Natale facciano parte delle nostre tradizioni, della nostra storia e del nostro patrimonio culturale. Nell’ottica dell’inclusione è fondamentale conoscere, comprendere e tramandare la propria cultura nel rispetto di quella degli altri. È bello e arricchente condividere simboli e valorizzare le proprie come le altrui tradizioni. L’integrazione, l’inclusione, l’accoglienza, la condivisione dovrebbero essere temi da affrontare quotidianamente nelle scuole. La ricorrenza della nascita straordinaria che ogni anno festeggiamo dovrebbe indurci a riflettere su quanti nati al mondo vivono situazioni di dolore. Nel mondo i bambini, per tantissime ragioni, non sorridono tutti allo stesso modo. Così si esprimeva in rima Gianni Rodari:

 

Se fossi il pastore del presepio di cartone,
sai che legge farei
firmando con il lungo bastone?

Voglio che oggi non pianga
nel mondo nessun bambino,
che abbia lo stesso sorriso,
il bianco, il rosso, il moro e il giallino.

 

4 commenti su questo articolo:

  1. francesco scrive:

    Tutto giusto. La cosa che può al limite dar fastidio è il fatto che il Natale venga molto spesso strumentalizzato per motivi non inerenti al Natale stesso, concetto e giorno per il quale si dovrebbe coinvolgere tutti, fortunati e non.

  2. Lia scrive:

    Quello che non va bene è che ci ricordiamo dei bambini vittime di conflitti, povertà, malattie e quanto di peggio il mondo può offrire solo in alcuni giorni dell’anno. Anche a scuola le recite e quant’altro rischiano di diventare mere esibizioni per genitori frustrati che si preoccupano solo di fare riprese che immortalino i loro piccoli attori, litigando per la migliore posizione utile allo scopo. Quello che si vuole rappresentare in quelle recite natalizie, come la cronaca ci racconta, purtroppo, passa in secondo piano.

  3. silvia scrive:

    Credo che rimanere nell’ambiguità non faccia mai bene né sia utile: se nel calendario scolastico ci sono ben due settimane di vacanze per le festività natalizie, così come una per Pasqua, è pur necessario spiegare agli alunni di ogni fede origine e cultura il significato e l’origine religiosa di entrambe le feste.

  4. elena scrive:

    Salvaguardia del Natale cattolico: tutela, protezione, difesa attenta di usanze, abitudini e conoscenze trasmesse dal passato. Ricordiamocelo! Non permettiamo al, se pur lecito, rinnovamento culturale e religioso, di turbare nel profondo chi fa tesoro della propria storia. Perché ci preoccupiamo solo di fare attenzione a non dire ai bambini che babbo natale non esiste? Non si può dare la priorità soltanto a ciò che esiste solo fini commerciali…

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