noi stiamo con Emergency
Firmiamo l’appello «Io sto con Emergency» per fugare i dubbi spalmati senza riserve dai nostri politici. Noi, al contrario di loro, non abbiamo avuto mai dubbi, e neanche per un momento siamo stati attraversati dal sospetto che Emergency stia dalla parte dei talebani. E quindi non ci uniamo alle preghiere del ministro Frattini, e non preghiamo perché i nostri connazionali, di cui siamo molto orgogliose, non siano coinvolti in accuse di sospetto terrorismo. Noi invece chiediamo che il nostro governo, a pieno titolo coinvolto nella missione di guerra e non di pace, come vogliono farci credere, abbia un peso maggiore, nel pretendere che Matteo Pagani, Marco Garatti e Matteo Dell’Aira, “rapiti” dal governo afgano, vengano sollecitamente liberati e con tante scuse da parte di chi ha provato ad infangare i loro nomi con accuse che farebbero solo ridere se non fossero intrise di pericolosità. Noi non li consideriamo un pericolo o una vergogna per l’Italia, noi, al contrario, li ammiriamo per le loro idee ma soprattutto per quello che fanno in un paese a rischio e in una regione nel sud dell’Afganistan, quel teatro di guerra che è Laskhar Gha, dove migliaia di civili, tra essi il 40% bambini, vengono curati negli ospedali di Emergency, col solo scopo di guarirli, senza chiedere appartenenze, e non certo per nascondere armi. Pretendiamo che l’Italia alzi la voce contro il governo Karzai, i cui rapporti con Gino Strada non sono idilliaci, perché considerati pericolosi testimoni delle stragi di civili che si stanno attuando in questo martoriato paese.