prevenire è meglio che curare

19 aprile 2010 di: Simona Mafai

Passato l’apice della paura, gli aerei ricominciano a volare e si dissolve l’incubo di una sospensione a tempo indefinito dei collegamenti aerei in Europa; e spunta qua e là la domanda: «Ma non si è esagerato? In fondo, non c’era stata nessuna prova che le polveri vitree del vulcano islandese s’infilassero dentro i motori dei jet mandandoli in tilt». Ci voleva una prova “provata” (magari con alcune centinaia – o più – di morti)? Mi tornano in mente i milioni di fiale (o forse più?) di vaccini antinfluenzali stipati nei magazzini degli ospedali o centri sanitari, per combattere un’epidemia di influenza suina che non si è mai verificata.

Un’ esagerazione anche questa? Probabilmente, sì. Ma la prevenzione ha un indice d’incertezza, che la cura – a disastro avvenuto – non ha. Anche il pilota dell’aereo polacco precipitato a Katin – che sconsigliava di atterrare – ipotizzava (ipotizzava soltanto: non poteva avere la certezza) un disastro. Collochiamo anche lui nella lista dei premonitori inascoltati…

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