Tutte contro i governatori leghisti che vogliono bloccare la RU 486
Sollevazione contro le dichiarazioni dei due nuovi governatori (leghisti) del Piemonte e del Veneto, che hanno annunciato il blocco della pillola abortiva RU 486, nelle loro regioni.
“Ora che c’è lui – scrive Chiara Saraceno – le donne piemontesi continueranno ad abortire con il massimo dolore possibile ….Appena eletto governatore (il leghista Cota) ha affrontato proprio un punto cruciale della libertà femminile: la libertà di avere o non avere un figlio…E se proprio una donna insiste…che patisca fino in fondo …non le sia lasciata la possibilità di decidere insieme al medico quale è il modo più sostenibile e più appropriato.. ‘Uteri che camminano’, le donne sono viste solo come appendici del proprio utero gravido. Se potessero, questi signori reintrodurrebbero il carcere per chi abortisce” (Repubblica, 1 aprile). Afferma la ministra Stefania Prestigiacomo: “Come donna dico … se esiste un metodo meno invasivo per abortire, questo non deve essere proibito dal nostro paese”. Barbara Pollastrini dichiara: “Si respira un’aria di restaurazione”.
La pillola RU 486 è stata autorizzata dall’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) il 30 luglio 2009, autorizzazione confermata sulla Gazzetta Ufficiale del 2 dicembre 2009. Da più di 20 anni è utilizzata in 30 paesi, ed ha coinvolto oltre un milione di donne. Ed ora, dopo anni ed anni che si è chiesta e finalmente ottenuta l’importazione di questo farmaco in Italia, due “capataz” leghisti ne vogliono interdire l’uso in Piemonte e Veneto? Assisteremo ad ondate migratorie di donne da una regione all’altra d’Italia? Ci avviamo verso un Federalismo medico? Come si comporterà la nuova Presidente del Lazio, Renata Polverini?