una piccola distrazione
Tra le notizie che affollano il triste panorama della politica nostrana, ne è passata una che fa capire come la politica riguardi più che mai la polis, la città, e ne diventa paradigma. Leggo che a Palermo stato sequestrato un palazzo di cinque piani cinque, perché costruito abusivamente: e passi che nessun passante o vigile o vicino di casa si sia accorto di lui quando era ancora alla prima elevazione. Ma che nessun finanziere del Comando regionale della Guardia di finanza del Borgo vecchio, dirimpettaio del cantiere istallatosi senza la prescritta tabella di concessione, abbia mai guardato fuori dalla finestra, non è tanto normale. O forse sì, stante l’andazzo dei «decreti interpretativi» ad uso giudici suonati, dei perdoni porta a porta di peccatori pentiti e genuflessi, delle risate a cielo aperto da scossoni che fruttano appalti, delle tv oscurate che «così non si fanno confronti», della pillola che «le donne devono abortire con dolore», del legittimo impedimento che «i processi se li beccano solo i poveracci», e via elencando porcate e prepotenze. Forse capire troppo, sapere troppo fa male alla salute, forse i frontalieri gradivano l’ombra e non la veduta e non ci parse vero che qualcuno stava provvedendo, forse conviene a tutti vivere sottotono perché se sgarri ci puoi anche rimettere la vita, è successo e non smetterà di accadere. Il crudele assassinio dell’avv. Fragalà è l’ultima ferita dolorosa per la città, se chi ha visto non ha parlato non ci sono molte speranze di riscatto. Se a distrarsi è lo Stato, non si può pretendere rigore dal popolo sovrano, se il Potere non riconosce l’evidenza dello scorno ai cittadini onesti, i privilegi dei Potenti che lucrano su tutto, dalle altrui disgrazie ai propri immensi vantaggi, non finiranno mai.