facile come bere un bicchiere d’acqua

24 maggio 2010 di: Giusi Catalfamo

Eppure il cinema ci ha abituato che rubare preziosissime tele, richiede lunghi appostamenti e studi di percorso, controllo di orari, cellule fotoelettriche sensibili anche al respiro, sofisticati sistemi di allarme e intelligenza superiore alla media, per riuscire ad impossessarsi di tesori inestimabili, messi lì per un istante di vero godimento. E invece, ieri un uomo con il volto coperto è riuscito, rompendo un solo vetro, a rubare non uno, ma ben cinque preziosissimi quadri, un patrimonio dell’umanità, valore stimato cinquecento milioni di Euro, di cui il solo “Le pigeon aux petits pois”, “Il piccione coi piselli” di Picasso, vale 22 milioni. E poi Braque, “L’olivo nei pressi de l’Estaque”; “La donna col ventaglio” di Modigliani; “La natura morta coi candelieri” di Ferdinand Léger; e il bellissimo “La pastorale” di Henry Matisse. Così, con la stessa facilità con cui si beve un bicchiere d’acqua, il signor X, con molta tranquillità, e con un semplice taglierino, ha rubato quelle meraviglie. Poi, sempre indisturbato, è uscito da dove è entrato. E il sistema d’allarme? Era fuori uso dal 30 marzo scorso. E le telecamere a circuito chiuso, a cui non sfugge neanche uno spillo? Come è possibile che funzionassero se non hanno individuato l’intruso? Devo dire che è tutto molto strano e se fosse un film, lo considereremmo poco credibile. E invece è successo e al Museo d’arte moderna di Parigi. Non ci resta che augurarci che questi tesori degli occhi e del cuore ritornino al loro posto, per permettere che quell’istante di godimento ineffabile ritorni a beneficio di chi, come noi, dopo lunghissime code, facendosi strada tra migliaia di teste, è riuscito ad ammirare quelle meraviglie.

(George Braque, le compotier de raisin 1926)

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