normalizzare, reprimere, sanzionare
Il Potere si sta attrezzando ogni giorno di più per cancellare “democraticamente” qualsiasi forma di disturbo o di dissenso. Con questo nuovo “pacchetto” voluto dall’infaticabile ministro Alfano sono colpite le due categorie che maggiormente infastidiscono e irritano la nostra benemerita maggioranza e il suo Capo Assoluto: i magistrati e i giornalisti. In nome della “privacy” otterranno, passandoli come “danni collaterali” che la mafia (chi chiede il pizzo non potrà essere intercettato per più di 75 giorni), gli agenti segreti (non si potrà mettere sotto controllo l’utenza di uno 007 prima di avere avvisato Palazzo Chigi) e i delinquenti (non si potranno mettere le cimici se non dopo avere la certezza di reato in corso, paradossale ma vero!) potranno agire molto più liberamente. Noi tutti cittadini senza diritto di replica, dovremmo accontentarci delle notizie addomesticate che, per tutelare anche la nostra privacy, ci saranno fornite. Per concludere, un’altra notizia passata inosservata che penso sia utile conoscere e che mi è stata segnalata con una e-mail: «il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (Udc) che neanche fa parte della maggioranza (sic!) identificato dall’articolo 50-bis; repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet; in pratica, in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i providers dovranno bloccare il blog. La violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000. Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’apologia di reato, oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali: le armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l’unica informazione non condizionata e/o censurata. Questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare”, con leggi di repressione, internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare. Mentre negli Usa Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania. Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani, perché dove non c’è libera informazione e diritto di critica il concetto di democrazia diventa pura astrazione».
(Bruegel il vecchio, Torre di Babele)