come ti abituo la rana a morire contenta

22 giugno 2010 di: Silvana Fernandez

Carneade, chi era costui? No, riguardo ad Aldo Brancher non è necessario rivolgerci l’eterna domanda di don Abbondio, perché di questo “costui” tutti i giornali riportano notizie sulla vita, sui suoi atti processuali, sulle sue possibili condanne e sulle sue sicure incriminazioni. Aldo Brancher, ex prete Paolino tornato allo stato laico, è stato detenuto a San Vittore per falso in bilancio e finanziamento illecito all’allora partito socialista, scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, venne poi condannato in primo e secondo grado per le tangenti sugli spot anti Aids e per falso in bilancio.  Attualmente è sotto processo per appropriazione indebita, in relazione ai soldi incassati dall’ex numero uno della banca d’Italia Fiorani. Negli ultimi mesi, il suo nome è riapparso alla cronaca, sempre giudiziaria, nelle indagini sul maxiriciclaggio. Brancher è considerato un tramite fra la massoneria e… etc etc, e basta, basta. Si, basta così, altro non vogliamo sapere, è gia sufficiente rendersi conto che il nuovo ministro il 26 giugno potrà disertare l’udienza del suo processo, potrà sfuggire alla giustizia secondo il dispositivo del “legittimo impedimento”.

Gira sul web una divertente e tragica favoletta: una simpatica ranocchia, caduta in una pentola d’acqua fredda, beatamente comincia a nuotare. Quando poi verrà acceso il fuoco sotto la pentola la bestiolina finirà per morire contenta, senza rendersene conto, essendosi abituata al calore a poco a poco. Se fosse saltata (dice la morale della favola) dentro l’acqua mentre questa scottava, sentendo il pericolo, sarebbe schizzata fuori e si sarebbe salvata. Aldo Brancher mi fa pensare ad un salto non molto diverso da quello della ranocchia, un salto che riguarda l’aumento d’intensità del fuoco sotto l’acqua, naturalmente quella del pantano dove ormai siamo immersi. Uno, due gradi, forse cinque in più, per farci abituare a temperature impossibili dove noi italiani riusciremo, come sempre, ad adattare la nostra vita. Sinceramente, se la motivazione non è quella di addestrarci, lentamente, al peggio non capisco per quale altra ragione, in un momento di simile crisi, il nostro “minuto imperatore” con la mano sul cuore che s’intende puro come un giglio, l’aria fiera, l’inno di Mameli pronto ad uscire dalle sue labbra ben lucidate, abbia voluto far crescere di un milione di euro l’anno i costi della politica, con un ministero inutile per un ministro utile solo ad aumentare le macchie sulla fedina penali del governo.

(la marea nera nel Golfo del Messico, come metafora)

1 commento su questo articolo:

  1. Valeria scrive:

    leggo sempre la Fernandez ma queste notizie così particolari dove le trova? l’idea di un ministro ex prete….mi fido di voi, ma siete più informati di grossi quotidiani?

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