consulenti che passione
C’è una inquietante figura che aleggia sopra le nostre teste, veleggiando fra le dorate stanze dei Palazzi di Governo. Ed è, o così viene genericamente indicato, …IL CONSULENTE … A volte si rendono noti il suo nome e qualche referenza professionale, a volte si tratta di un manager che prodiga la sua esperienza con lodevole disponibilità su fronti politici diversi, a volte qualche interrogativo ci assale, ma in ogni caso non ci resta che credere, o quanto meno sperare, che dovrebbe, visto che è lautamente retribuito, risolvere tutti o quasi i nostri problemi.
Il consulente non è dato incontrarlo con facilità, né si conoscono i suoi tempi e luoghi di lavoro, ma qualcosa di magico certamente possiede se, senza di lui, nessuno dei tanti dipendenti regionali – dal primo al più alto gradino gerarchico – potrebbe essere, a quanto pare, in grado di rispondere alle esigenze di una sana e accorta amministrazione. E deve essere quel che pensa chi di tale Amministrazione è a capo, dato che in tempi di magra, che egli stesso proclama ai quattro venti, si trova a disporre di un bel mucchietto di milioni di euro per il suo piccolo esercito della salvezza.
Certo l’opportunità di avvalersi di consulenze rientra nei poteri di chi governa. Ma sulle modalità dell’esercizio, non si avverte né cautela né moderazione.
Ad un certo punto, metti un consulente dopo l’altro, bisognerebbe essere in grado di tirare le somme. Di godere dei benefici del loro operato. Ma anche su questo si sa poco o nulla. E dire che facciamo un gran parlare di trasparenza degli atti amministrativi e del nostro diritto all’informazione, cioè di essere informati. Ma pare che proprio per oscurare cose come queste, si voglia generalizzare quel “bavaglio” contro cui accanitamente ci battiamo!
(Paul Klee, Portrait, 1924)