Una storia di paese
Arriviamo in un paese siciliano delle Madonie alle due del pomeriggio, e – trovandolo immerso nella quiete del pranzo domenicale – ci incamminiamo per le strade senza meta, godendo della “tranquillità” della deserta cittadella, quando troviamo Carmela sul nostro percorso, che dopo averci dato un’indicazione ci accoglie in casa e racconta la storia del paese, ci offre da bere e ci mostra la vista dell’Etna dalla sua dimora antica e molto curata. Carmela è una donna adulta che attualmente non vive con nessuno, così il nostro incontro ha ravvivato una giornata altrimenti solitaria. Carmela parla molto di sé, soffre di una malattia nervosa che affronta bene ma che la segna molto, nel fisico e nel linguaggio, ha fatto volontariato e ama il paese dove è nata, è tornata, e probabilmente vivrà sempre. Ha vissuto in Germania dove ha studiato, si è diplomata, ormai più di trent’anni fa. Ma dopo pochi anni suo padre ha voluto che lei tornasse al “natio borgo selvaggio” con tutta la famiglia, e addio a studi e carriera. Nel salutare con un abbraccio la gentilissima donna, mi chiedo che ne sarebbe stato della sua vita – e di quella di molte altre donne costrette a rinunce importanti a causa di padri o mariti – se suo padre non le avesse imposto questo ritorno, e lei fosse rimasta in Germania, dove aveva studiato e iniziato un percorso di lavoro qualificato. Carmela sogna di viaggiare, ci parla con gli occhi lucidi dei borghi medievali che tanto ama, di Roma, della Toscana e della Germania, di cui capisco che ha grande nostalgia. Carmela spera di risolvere i suoi problemi di salute, e di viaggiare tanto, per vedere quei posti che le scelte del padre le hanno precluso, e io glielo auguro