il nucleare di sinistra
Leggo con stupore che il senatore Morando del Pd si dichiara apertamente favorevole al ritorno al nucleare, e che si adopererà per abbattere eventuali (deboli) resistenze all’interno del partito.
Ora, che ci siano anche a sinistra posizioni pro-nucleare come pro-ponte pro-tav pro-mose e altre avanzatissime espressioni del Progresso con la maiuscola, non desta meraviglia e non allarma quanti sono su tutt’altre posizioni e si battono, al contrario del sen. di cui sopra, perché prevalga il «principio di precauzione» quando scienza e tecnologia non sono in grado di diradare le ombre che ogni innovazione high tech porta con sé.
La trasmissione Presadiretta di Riccardo Jacona dedicata al nucleare, ha esplicitato con dati di fatto privi di toni terroristici la principale preoccupazione degli antinuclearisti: lo smaltimento delle scorie radioattive, distinte per grado di radioattività alta media e bassa, non ha trovato tuttora soluzioni né efficaci né definitive e l’affermazione che i reattori di terza generazione – quelli che il governo si è impegnato a comprare dalla Francia come altri paesi che stanno già sperimentando le aporie del prototipo – ne producono in misura maggiore a parità di funzionamento, non trova smentite ma neppure sollecita prese di responsabilità da chi è tenuto ad occuparsene. Si dirà, come per il progetto del ponte sullo stretto, con una dose di incoscienza pari alla malafede che la sostiene, che nel corso dei lavori si troveranno i rimedi e le soluzioni alle incognite tuttora irrisolte e che, non potendosi fermare il progresso che viaggia con bisogno crescente di energia, né bastando le energie alternative a soddisfarlo, la scelta del nucleare risulta obbligata.
Così non basta che, nella Germania dei tetti solari diffusissimi, il decreto di prolungamento delle centrali per altri venti anni abbia visto scendere in piazza oltre centomila oppositori, non bastano i dati scientifici che denunciano incrementi di cancro e leucemia nei pressi delle stesse, non bastano i livelli di inquinamento di suolo acqua aria che mettono a serio rischio la catena alimentare, non bastano le previsioni di esaurimento della risorsa uranio e di aumenti sconsiderati di costi e speculazioni, non bastano le resistenze delle regioni italiane (anche le filo governative) alla eventuale dislocazione di centrali o depositi scorie, non basta neppure la realistica conta dei siti non edificati in cui allocarli senza suscitare reazioni e contenziosi, figurarsi se bastano i 21 milioni di italiani che si sono espressi contro nel referendum del 1987, non dico a modificare le posizioni di chi aspira a un nucleare di sinistra, ma perlomeno a sollevare dubbi quindi riflessioni ragionamenti approfondimenti considerazioni partecipazione previsioni alternative in un partito sulla cui partecipazione democratica in tanti contavamo.
La questione va spostata quindi, a mio avviso, dai convincimenti personali dei pro o contro, con nucleare e ponte come punte avanzate della riflessione, alla «strategia condivisa» delle linee politiche che il più grande partito di opposizione deve produrre in materia di «sviluppo con progresso» del paese. Oltre a condivisibili dichiarazioni di principio intorno a temi di grande portata sul «tipo» di sviluppo (eco-sostenibile si o no?), il partito è piuttosto incerto sulla «struttura» da adottare dopo aver fatto i conti con la complessità dei parametri che interagiscono con il «modello» prescelto.
Una posizione netta e chiara sul modello di sviluppo da perseguire sarebbe d’aiuto fra l’altro alla discussione del decreto legge di iniziativa popolare, «per la salvaguardia del clima e la lotta al nucleare» in lista di attesa in Parlamento, che considera «attività di pubblica utilità» la produzione di energia elettrica e calore da fonti rinnovabili, e punta su un piano di riqualificazione energetica degli edifici «preferendo la manutenzione degli edifici abbandonati alle nuove cementificazioni». Ma soprattutto mira alla diffusione del sistema territoriale di «autonomia energetica» degli edifici, specie le grandi superfici coperte di centri commerciali, fabbriche, capannoni, scuole, ospedali, oltre i quartieri residenziali urbani, con obbligo di immettere nella rete pubblica l’energia prodotta.
Non ci vuole poi molto a convincersi che la diffusione capillare di impianti “domestici” di energia da fonti alternative, sia un modo efficace per diminuire la richiesta dal sistema centralizzato, incentivare il risparmio energetico, produrre occupazione e sviluppare la ricerca. E neppure costa fatica convincersi che le somme spropositate occorrenti per la costruzione del ponte per tanti aspetti irrealizzabile, gioverebbero molto più alla messa in sicurezza dei suoli franosi del messinese, tanto per dire.
Non mancano nel partito le competenze giuste per formulare proposte ponderate su nodi strutturali – approvvigionamento energetico, trasporti, urbanistica, pianificazione e assetto idrogeologico del territorio, ambiente, paesaggio – spesso offuscati da altre urgenze ma più spesso da sottovalutazione della loro rilevanza. Parliamone, allora.
(nucleare? no, grazie)
Punto 1° Energia nucleare SI o NO ? Io sono un imprenditore alberghiero, e nelle mie strutture l’energia elettrica è alla base del funzionamento dell’Azienda. Considerando la concorrenza delle altre strutture turistico alberghiere sul prezzo pro capite da applicare al cliente , questa estate il prezzo medio applicato è stato ( data la crisi)di 38/40 euro camera e colazione , e poichè l’incidenza dell’energia si aggira su 8/9 euro giornalieri per presenza, e aggiungendo a tale cifra le altre necessarie per il funzionamento dell’Azienda, (Personale, acqua, gas, spazzatura, mutui, tasse e chi più ne ha più ne metta) alla fine l’Imprenditore è veramente un benefattore. In che modo diminuire il costo dell’energia? Nucleare? pannelli solari? mulini a vento? Siamo circondati da centrali nucleari da cui compriamo energia, quindi la storia della percolosità è una scusa. Intando le Aziende muoino .
Punto 2° Stamattina ero in macchina e ho ascoltato una publicità della Luftansa che faceva così
Signora : devo andare da Roma a Milano quanto è la tariffa?
Addetto Luft: 29 euro
Signora : e se devo andare da Roma a Torino?
Addetto luft: 29 euro
Signora : e se devo andare da Palermo a Milano ?
Addetto : Bo? ….. sempre 29 euro
Io credo che in quel Bo? ci sia un intento denigratorio mal celato verso la nostra isola, (forse per l’ultimo dei tanti episodi di incidenti a Punta Raisi)
Allora cosa centra il ponte? sicuramente non è indispensabile per attraversare lo stretto, ma servirebbe a farci recuperare in credibilità e stima da parte di alcune zone dell’Europa, e a far venire in Sicilia milioni di persone da tutto il mondo solo ed esclusivamente per vedere il ponte. Per la nostra terra questa sarebbe un opportunità enorme sopratutto per la nostra economia. Il problema non sono neanche i soldoni, perchè a quanto pare ci sono interessatissimi interventi privati. I partiti che quotidianamente si riempiono la bocca della parola LEGALITA’ facciano il loro compito . Sorveglino che il ponte si realizzi.
Rosi Interguglielmi
gentile Rosi, io capisco i suoi problemi di imprenditrice anche se non mi intendo di impresa, mi rendo conto dalle notizie che circolano che chi fa impresa è strozzato da mille complicazioni e so fra l’altro che lei è una persona in gamba. Ma mi permetta di non condividere la sua fiducia che il nucleare e il ponte saranno risolutivi, né per l’approvigionamento energetico né per i trasporti, avendo provato a dimostrare che del nucleare non si è risolta la questione smaltimento scorie e del ponte, figuriamoci, non c’è neppure il progetto esecutivo e le favole dei finanziamenti privati sono, appunto, favole. Pagheremo di tasca nostra un enorme disastro ambientale e una struttura che non si completerà mai, questo non è solo il mio pensiero, che conta poco, ma di esperti qualificati che hanno denunciato fatti documentati e mai smentiti. Le auguro comunque di vederla finita, questa meraviglia a cui non credo, e che possa smentirmi con un pensiero non troppo malevolo là da dove non potrò ammirarla. Senza polemica, mi creda.