perle della maggioranza, in ordine cronologico
Silvio Berlusconi a fine aprile dell’anno scorso diceva: libereremo dalle macerie l’Aquila come abbiamo liberato Napoli dall’immondizia! Vale la pena ricordarlo ora.
Claudio Scajola, commentando la morte del povero Marco Biagi, assassinato dalle Brigate Rosse, lo ha definito un rompicoglioni, perché, sentendosi in pericolo, chiedeva protezione allo Stato;
Carlo Taormina, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sull’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ha dichiarato che è stata una gita turistica finita “accidentalmente” male;
Marcello Dell’Utri, lui sì uomo d’onore, compiaciuto per essere stato definito mafioso, ha dichiarato: meglio mafioso che cornuto;
Giulio Andreotti, sette volte presidente del consiglio, oggi senatore a vita, intervistato sull’affaire Sindona da Giovanni Minoli, ha detto che Giorgio Ambrosoli, in fondo «se l’è cercata». Giorgio Ambrosoli è l’integerrimo e coraggioso funzionario, liquidatore del Banco Ambrosiano, che trovando un muro tra Stato Vaticano & connivenze varie, è stato poi assassinato dai sicari di Michele Sindona. Appunto, «se l’è cercata». Più chiaro di così! Ora, è troppo pretendere che si rispetti almeno la memoria di chi è morto per aver fatto il suo dovere fino in fondo?
Renato Brunetta, un cancro il “conglomerato” Napoli-Caserta;
Umberto Bossi: S.P.Q.R. = sono porci questi romani.
Ma, dijamolo, lui in questo porcile ci guazza, ingrassa, e si arricchisce!