Arundhati Roy, attivista per i diritti civili in India, rischia l’ergastolo.
La scrittrice anglo-indiana autrice del libro Il Dio delle piccole cose, già nota come intellettuale dissidente, attivista politica di opposizione, promotrice di campagne nella difesa della non violenza, oggi rischia l’ergastolo per sedizione. La scorsa settimana Arundhati Roy ha partecipato ad un convegno dal titolo “ Kashmir: Libertà o Schiavitù”, in cui si è affrontato il controverso problema di questo paese: il Kashmir ancora oggi, dopo anni di lotte per l’indipendenza, conteso tra India e Pakistan, è tenuto a bada dal governo indiano con una potenza militare di 700 mila soldati. La scrittrice ha dichiarato che il territorio conteso del Kashmir non è parte integrale dell’India. Tale dichiarazione non è piaciuta al Ministro dell’interno indiano che ha prontamente dato mandato alla polizia di New Delhi, in base al codice penale indiano, di aprire un inchiesta contro l’attivista per sedizione. -“Parlo a difesa della giustizia del popolo del Kashmir che vive sotto la più brutale occupazione militare del mondo e non faccio marcia indietro” – Cosi ha risposto Arundhati Roy, con un comunicato, al Ministro dell’interno.