avremo la capacità …
Avremo la capacità di raccogliere gli avanzi e immaginare ancora un tempo in cui nessuna verrà separata da chi ama, in cui nessuna verrà ferita, umiliata, privata di sé.
Avremo la capacità di andare oltre questo tempo terribile, nello spazio veloce del verso che scorre verso l’immenso poema della vita.
Avremo la capacità di aprirci ancora al gesto ampio e calmo del pensiero che accoglie la misura delle cose.
E se ora si ode forte il ritmo della terra è perché ne hanno scardinato il centro, è perché le bestie hanno perduto il passo e con zoccoli duri ne sovvertono le zolle.
Il viaggio è aspro per chi non cede e vigile procede crollando e risalendo, per chi non ubbidisce, agisce e reagisce per cambiare l’ordine del mondo.
Un’allegria difficile ed un dolore facile, così prossimo e facile se si ruota nella giostra del mondo e se ne cerca il senso. Si resta sul crinale dissestato del dubbio. Ci si misura con l’abbandono, con la promessa tradita di una irraggiunta pace.
E la parola, la lingua coniuga emozioni, sapienza, bellezza, in sintonia con ciò che da dentro si fa dettante e che accoglie ciò che da fuori scalfisce il cuore ed il cervello e in noi viene per significarsi. Ma c’è anche una violenza nel linguaggio, nella parola alienata che talvolta esprime rabbia ma che ancora coniuga la mente e i suoi movimenti sintonici. Oltre c’è lo strappo, l’abisso in cui sprofondano parola e senso che non abitano più i luoghi della mente. È una zona buia, scomposta, iato da cui partono le guerre, i bagliori del fuoco, del furore, della brutalità.
In quella zona ciascuno/a ha scostato se stesso/a da sé per mostrare la propria separazione da tutto, la propria solitudine che è anche quella del mondo.
Questa non è una domenica di quiete anche se il cielo è terso.
(Albrecht Dürer, Melancolia)
Ho sempre pensato che avessi un dono speciale. Me ne dai conferma ogni volta che scrivi.
Cara Traina per me la tua scrittura, il ritmo delle tue parole sono un piacere tanto che ti cerco sempre sul sito con la speranza di trovarti, ho comprato ora anche il cartaceo e le tue parole mi hanno molto colpito,veramente mi avete colpito tutte, dalla fredda ironia con cui la Fernandez tratteggia le cose, all’entusiasmo della Piraino, alla veemenza politica della Mafai, a quella di Leontine Regine, insomma cito quelle che leggo più volentieri ma dico a tutte un brava! Non vi conoscevo ma da qualche mese vi seguo con entusiasmo, un in bocca al lupo a voi e a tutti noi italiani
Non per caso il quadro di Durer: la tua cifra è la malinconia. Bellissimo!
Esiste sempre un tempo in cui ciascuno di noi farà pace con se stessa/o e il mondo.
Il tempo in cui ciascuno di noi raccoglie i piccoli brandelli del proprio sè e lo ricompone.
Sicuramente mai riusciremo a creare l’armonia iniziale(che è dentro ciascuno di noi), ma un’armonia ” altra”, forse sarà breve, ma intensa, luminosa, gradevole…meravigliosa.
Cara Francesca, l’inquietudine che mosse Durer all’alba del 1500 è la medesima che affliggono l’uomo e la donna moderni, ma i risvolti esistenziali, oggi più di allora, sono amplificati, stritolati e consumati dall’indifferenza e dalla fretta di dimenticare per passare ad altro, né si vede all’orizzonte un ritorno di ideologie che pure possano dare sapore alla vita. Dai la sensazione che non resti altro che ripiegarsi su se stessi e ritornare al passato.
Dove poserebbe oggi lo sguardo la figura alata di Durer?
Personalmente credo che esistono tre modi efficaci per vivere oggi: con la paura, con l’ambizione, con l’amore: Io rinuncio ai primi due.
Francesca, quello che scrivi è sempre “ poesia” nella quale entro in punta di piedi, come nel tempio di una religione che non è la mia. Ammiro il miracolo delle tue parole che, sospese nel bianco della pagina, riescono a dire quello che anch’io provo con la stessa forza: la malinconia di ciò che potrebbe essere e non è stato…
Ma : “Il viaggio è aspro per chi non cede e vigile procede crollando e risalendo, per chi non ubbidisce, agisce e reagisce per cambiare l’ordine del mondo.” Questa tua frase mi fa sperare.
Se la capacità fosse solo “capienza”, saremmo assolutamene inadeguati/e a tenere l’ “impossibile”, ma poichè la capacità è anche -disponibilità- a farlo, quanto più grande è il desiderio di raccogliere e accogliere, tanto più il cuore può dilatarsi, fino a contenere anche ciò per cui ci sentiamo incapaci. Grazie dei “versi” che ci regali.