la prospettiva dal mare
Ogni volta che prendo la nave per andare da Palermo a Napoli, non perdo l’occasione per guardare la Città dal mare. E’ bellissima. Solo usando questo differente punto di vista riesco a definire Palermo, la città in cui sono nata e in cui mi ritrovo a vivere, bellissima. In verità, anche quando, raramente, mi capita di salire a Monte Pellegrino, osservandola dall’alto, trovo Palermo bella. In entrambi i casi, subito dopo, l’altro aggettivo che mi viene in mente è “disgraziata”. Bella e disgraziata. Inevitabilmente, facendo queste considerazioni, non posso evitare di pensare al Signor C., sindaco da tanti, troppi, lunghissimi anni, di Palermo.
Penso anche che una persona che è stata per tanti anni il “Primo Cittadino” della mia Città abbia delle responsabilità davanti alle quali io, cittadino n° 1036053, ho il diritto di richiamarlo. Non sono per niente d’accordo con un commento letto su Repubblica tempo fa, in cui s’invitavano i “movimenti cittadini” a non «fare ricadere su una sola persona, specialmente se essa è al termine del suo mandato istituzionale, l’intera responsabilità di una amministrazione» definendo questa presa di posizione come «un classico della politica isolana». Se Palermo è più invivibile, più degradata, più povera, soprattutto in termini di servizi, di assistenza, di cultura, di vivibilità ci sarà un motivo e ci saranno delle responsabilità. Il tema dell’Etica della responsabilità di chi amministra dovrebbe essere pretesa da noi cittadini come requisito fondamentale e applicato attraverso strumenti adeguati. Chi viene eletto dovrebbe sapere che una cattiva amministrazione avrà delle conseguenze gravi e automatiche nei confronti di chi ha assunto un ruolo e sottoscritto un impegno. Altrimenti l’incentivo allo spreco e alla gestione approssimativa e truffaldina non può che aumentare, visto che poi il governo centrale è pronto ad intervenire, come è successo a Catania, comune fallito con un buco di circa 2000 miliardi di lire e salvato dalla copertura, piovuta dall’alto, senza che nessuno abbia dovuto rendere conto di niente.
Il signor C. non appare né cosciente né consapevole dell’occasione ormai perduta: essere stato Primo Cittadino di Palermo. Eppure occorre essere veramente speciali per meritare e assumere il compito di governare questa città. Il signor C. non ha mai dimostrato di essere né speciale né capace. Tra non molto tornerà a dedicarsi ad altro. Sicuramente il suo sforzo verrà ricompensato con qualche incarico che ricoprirà come premio per questi anni di cattiva gestione. Questa città ha bisogno di un progetto e di amministratori e cittadini che riescano a realizzarlo. Ma dobbiamo dare un nome e una faccia a chi ha ridotto Palermo in questo stato. Dieci anni di nulla, di sprechi, di scelte amministrative scellerate, lasceranno tracce e conseguenze pesanti. E anche il migliore dei progetti possibili dovrà scontare questo lungo periodo di furbizia sciacallesca. Chi verrà eletto dovrà fare i conti con una situazione disastrosa e capire e già prevedere dove trovare le risorse per fare decollare una città che per ora striscia raso terra. La prima importante verifica si deve basare su reali ipotesi progettuali senza illudere nessuno con alchimie irrealizzabili.
Mi accorgo a mano a mano che scrivo che non è solo al Signor C. che mi rivolgo, ma ai miei concittadini, sapendo bene quanto essi riescano ad essere difficili e litigiosi, ma ricordando anche quanta generosità, impegno e creatività siano capaci di esprimere.
Quando andremo a scegliere (confido nelle primarie) la persona che sarà il nostro nuovo rappresentante, il nostro Primo Cittadino, indichiamo qualcuno che sia in grado di prendersi “cura” della nostra città e che sappia ascoltare, osservare, dialogare con tutte le forze positive e sane della città. Se poi quella persona fosse una donna, ancora meglio. Palermo ha bisogno di uno sguardo diverso, di risposte diverse, cerchiamo qualcuna/o che per prima cosa non sia soltanto espressione di un ceto politico ma che incarni, piuttosto, lo spirito della nostra Comunità. Una Comunità frammentata, a tratti distratta e indifferente ma anche pervasa dalla voglia di cambiare e di migliorare, cresciuta negli anni della lunga, interminabile, permanenza del Signor C. Se questo lungo e logorante periodo produrrà finalmente una più forte capacità di reazione e di aggregazione, sarà l’unica cosa di cui potremo essergli grati.
(Madonna con Bambino, part. ex voto)
Finalmente qualcuno che s’interessa a questa città martoriata.
Finalmente qualcuno che si pone il perché questa città stia affondando nell’indifferenza generale.
Cara Leontine, pur essendo pienamente d’accordo con le tue esternazioni, ritengo che la responsabilità di quanto stia accadendo sia di tutti, non solo del primo cittadino.
Il cittadino, unico vero protagonista di questa città dov’è; ama la propria città? la cura? La rispetta?
L’indifferenza generale e il decadimento culturale della nostra società rappresentano la vera causa di quanto accade quotidianamente sotto i nostri occhi.
La città è sempre più offesa e umiliata nei suoi monumenti, nell’ambiente che l’avvolge e nel mare che osserva, dinamico, il lento morire del nostro territorio.
Ripartiamo dalla cultura, unica vera matrice e volano della rinascita di questa città che ha amato la pittura, la scultura, l’architettura, la musica colta, la poesia e che ancora oggi sogna la tanta attesa rinascita;
Ripartiamo dalle scuole e formiamo i cittadini del futuro a rispettare l’identità storica di questo meraviglioso territorio e a generare un ideale delle coscienze che possano rendere i nostri cittadini più obiettivi quando eleggono i loro rappresentanti istituzionali!
La politica, prenda atto di ciò!
Ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di impreziosire cinque minuti della mia giornata e della mia esistenza.
Fabio Morello ama Palermo!
Sono d’accordo con te, la mancanza, tra le altre, di una coscienza civica contribuisce a rendere la città più brutta e degradata. Non era certo mia intenzione evitare di dare a noi tutti, cittadini spesso indifferenti e assuefatti, la nostra parte di responsabilità. Ma ricordo che c’è stato un tempo in cui in città c’erano degli amministratori presenti e dotati di un maggiore senso di responsabilità del ruolo che ricoprivano. Non voglio parlare con nostalgia dei tempi passati, ma voglio ricordare com’era. Com’era sentirsi orgogliosi di essere palermitani. Ricordo di essermi sentita orgogliosa di Palermo. Rimpiango un epoca che ha fatto maturare e crescere quello che già magari esisteva in tanti di noi, ma che un governo di ascolto e di cura, aveva aiutato a sviluppare ed esprimere. Prima che le tenebre calassero, insieme ai lupi e agli avvoltoi. Quell’oscurità che ha spento a poco a poco (e non solo metaforicamente) le tante luci che si erano accese, nei tanti luoghi che si erano aperti, grazie sicuramente ANCHE ad una cittadinanza che ha risposto, ma che non ha custodito abbastanza.Dobbiamo prepararci ad un cambiamento necessario: la città che vorremmo la conosciamo,l’attraversiamo ogni momento nella nostra immaginazione, la disegniamo ogni giorno con le nostre parole. Pretendiamo che esista veramente