Come la bicicletta

“Aracio! Aracio!”

Ripete l’uomo a quella bambina, mentre con attenzione, in questo pomeriggio d’autunno, la segue con lo sguardo andare in bicicletta.

E’ sabato e c’è il sole. In giornate come questa, quando il cielo è blu e il mondo fuori sembra invitarti a guardarlo, le quattro mura della mia stanza mi stanno sempre un po’ strette.

Cosi metto il guinzaglio al mio cane, prendo un buon libro e vengo qua. Ordino un caffè da portare via e occupo il mio posto in platea. Prima fila. Qui è un luogo che pare un sogno. Un immenso prato sul porto della città. Una terrazza sul mare.

I ragazzini giocano a palla, gli innamorati si tengono per mano, i cani scorazzano liberi, gli ambulanti innalzano variopinti palloncini che si contendono il cielo con qualche solitario aquilone. Partono navi o a volte ritornano e la vita va “aracio” …

Aracio come quella bambina sulla sua bicicletta. Aracio come il modo che io amo per vivere questa mia vita.

E quell’uomo lo sa, che a correre si rischia di cadere e poi di farsi male.

E’ anziano e come tutti gli anziani porta con  sé il dono della saggezza, come qualche nonno la responsabilità di introdurti alla vita.

La vita che bisognerebbe imparare umilmente. Ad ogni esperienza già fatta una spinta più forte sui pedali, ad ogni piccola conquista la sicurezza per affrontare una salita più ripida. La vita che troppo spesso percorriamo senza nessun equilibrio, che troppo spesso ci scaglia per terra facendoci male. La vita come la bicicletta.

“Aracio! Vai aracio! Ca prima ‘mpari e poi curri